Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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FOREIGN OFFICE - "Carmen Y Lola"


In sala da domani, il film di Arantxa Echevarria racconta di due gitane controcorrente che si oppongono a un futuro già segnato. Con Zaira Romero, Rosy Rodriguez, Moreno Borja, Rafaela Leon, Carolina Yuste


FOREIGN OFFICE -
"Carmen Y Lola" di Arantxa Echevarria
Impossibile pensare ad un futuro diverso da quello che le famiglie di Carmen (Rosy Rodriguez) e Lola (Zaira Romero), hanno già prestabilito per loro.

Per antica tradizione, i gitani di Spagna, etnia alla quale le due ragazze appartengono, considerano le donne di famiglia, femmine utili alla riproduzione e alla cura della casa, contemplando per loro un futuro scontato: un fidanzamento ed un matrimonio prestabilito dalle famiglie, quindi dai quattordici ai diciassette anni il principale obiettivo di una ragazza deve essere quello di trovare un fidanzato gitano.

Non importa l’istruzione, la scuola, i desideri, insomma è fuori questione il pensare ad un futuro diverso da quello che si ripete senza soluzione di continuità nelle comunità gitane; niente e nessuno può andare a contrastare la tradizione millenaria.

Lola per prima invece capisce che tutto quello che sembra ovvio e prestabilito per la sua famiglia, in realtà è lontano mille miglia da quello che sono i suoi sentimenti, i suoi desideri, la sua inclinazione sessuale. Vuole studiare all’università, diventare ornitologa grazie al suo amore per gli uccelli che disegna in modo magico e personale, in forma di murales sui muri della città. Carmen sembra diversa, segue la prassi della comunità, l’istruzione non la interessa, dal momento che si fidanza subito e che il suo bel futuro rientra nella norma prevista. Tutto cambierà invece, quando tra loro, l’amicizia iniziale si andrà lentamente trasformando. Comincia una storia grande fra le due ragazze, inizia come un gioco di sguardi, quello che evolverà in una grande storia di amore.
Tratto da una storia vera, scritto e diretto da Arantxa Echevarria che vince il premio Goya 2019 come Miglior Opera Prima, applauditissimo al Festival di Cannes 2018 (Quinzane des Realisateurs),

L’opera prima della autrice, segue vie ben distinte per mostrarci la vita gitana: da un lato tecnicismi da documentario ci permettono di conoscere la loro quotidianità, dall’altro la narrazione di una fiaba, per raccontare, con una delicatezza poetica, una storia semplice fatta di sentimenti puri. Con sapienza tecnica e narrativa la regista ci trasporta all’interno del mondo gipsy in punta di piedi, con accorto distacco cerca di mostrarci la cultura gitana senza giudicare, sceglie attori alla loro prima esperienza, entra nelle loro case senza farsene accorgere, permettendo a noi di assaporare un mondo totalmente sconosciuto fatto di musiche, di canti e passi di danza, un mondo sigillato perché gelosamente custodito e chiuso agli estranei praticamente da sempre. Centocinquanta interpreti alla loro prima esperienza ed un solo attore professionista, meritano il plauso per la loro bravura.

Prodotto da Pilar Sanchez Diaz e Arantxa Echevarria, il film esce nelle sale il 27 giugno distribuito da Exit Media

26/06/2019, 08:43

Silvia Amadio