Note di regia di "La Fin da la Val l'è Mia la Fin dal Mund"
Quando, un giorno di marzo, visitai Cimalmotto per la prima volta incontrai un villaggio innevato, vuoto e immerso in un silenzio tombale. Questa quiete assoluta mi affascinò. Non mi fece un effetto macabro, bensì magico. Le sontuose case, per lo più in buone condizioni, richiamavano un passato splendente.
Quest’impressione si rinforzò ad ogni mia nuova visita di ricerca a Cimalmotto.
È quest’attrazione magica che voglio riscoprire e mostrare negli incontri con le persone di questo luogo.
È sorprendente quanto questo fondovalle largo ed aperto sia riuscito a conservare la sua quiete e naturalezza e sia rimasto incontaminato. Può darsi che questo sia anche dovuto alla presenza della vicina Bosco Gurin, dove, decenni fa, i Walser hanno costruito una grande infrastruttura turistica, rendendo superflui altri poli turistici nell’immediata vicinanza. Nel corso delle ricerche, si è però rivelato che la vita in questa cornice idilliaca comporta anche diversi sacrifici ed inconvenienti.
Mi ha sorpreso quanto le persone del luogo siano aperte e simpatiche, incontrandomi senza esitare ed aprendomi tutte le porte. Non mi sono mai sentito l’intruso che, in quanto zurighese, sono, nonostante abbia vissuto più di dodici anni in Ticino. Così, questo paesaggio ed i suoi abitanti esercitarono la loro attrazione sempre di più anche su di me.
Mi resi sempre più conto quanto questo posto può incantare le persone.
Peter Frei