VENEZIA 76 - "I diari di Angela", Ricci Lucchi e Gianikian atto 2
Un anno dopo, tornano in selezione ufficiale a Venezia "
I diari di Angela", con un capitolo secondo che riprende il discorso interrotto 12 mesi fa e lo completa, aggiungendo pagine e immagini a una narrazione solo in parte fermata dalla morte, lo scorso anno, di
Angela Ricci Lucchi. Il suo compagno di vita e d'arte,
Yervant Gianikian, ha infatti deciso di proseguire la lettura dei suoi testi privati per tenerla ancora insieme al pubblico, insieme a sé.
Si riprende da dove ci si era lasciati, all'incirca, dal viaggio ai piedi del monte Ararat fatto insieme a Walter Chiari alla ricerca delle origini familiari di Gianikian: poi è tutto un girar di pagine, con estratti letti dallo stesso regista, rivedere pezzi di film, scrutare fotografie di viaggi (USA, Gerusalemme, ...), spulciare tra i tanti filmati privati realizzati dai due.
Inevitabile perdere lo stupore di fronte a questo capitolo numero 2, che ha in sé gli stessi pregi di quel primo che seppe conquistare la platea veneziana. Bello ascoltare i dialoghi in libertà e vedere i due all'opera sempre insieme e sempre immersi nel loro percorso. Il racconto è sbilanciato un po' troppo per un pubblico di iniziati, di conoscitori delle opere precedenti dei due artisti, ma forse è impossibile immaginare un pubblico diverso.
Due le grandi differenze rispetto al precedente: una intro con
Enrico Ghezzi chiamato quasi a fare una recensione di quello che stiamo per vedere, e una chiusura emozionante in cui la voce off non è più quella di Gianikian ma della co-produttrice
Lucrezia Lerro, impegnata - sui bellissimi disegni di Angela - in una lettura dei ricordi legati alle vicende di famiglia dei tempi di guerra. Una sorta di "cortometraggio animato" che impreziosisce il progetto e resta nella memoria.
06/09/2019, 08:39
Carlo Griseri