Note di regia di "Cercando Valentina - Il Mondo di Guido Crepax"
Milano, Via De Amicis 45, c’è scritto sulla carta d’identità di Valentina, ma l’indirizzo è esattamente quello di Guido Crepax. Lei dunque abitava in realtà il suo sogno, il suo cassetto, la sua matita, la sua fantasia. Crepax è Valentina. Per cui sono partito da lì e dalla Milano che in quegli anni aveva artisti capaci di raccontare il mondo contemporaneo, e Guido Crepax, è stato un protagonista di quel magico incrocio di coincidenze che ha portato alla modernità e soprattutto, con il suo personalissimo stile, ne è stato uno dei principali motori. Crepax fu tra i cantori di quel cambiamento, di quel nuovo inizio e voglio farne comprendere la complessità e la modernità. In quei giorni uomini, donne, moda, architettura, design, cinema, letteratura, rivoluzione e leggerezza dialogavano fra loro e la capacità intuitiva di Crepax è stata, quella di afferrare al volo lo spirito del tempo, di quel meraviglioso ed euforico clima che permeava la Milano degli anni ’60 e ’70. È per questo che ho scritto il soggetto con Stefania Casini, testimone di quel periodo di liberazione femminile, e ho chiesto per il trattamento la collaborazione di Marco Lodoli, scrittore capace di elaborare un progetto lasciandosi trascinare dalla fantasia e dal sentimento. Fermo restando le testimonianze che stracciano il valore documentaristico e storico dell’autore, ho voluto raccontare quelle contaminazioni con una forte impronta personale.
Tutto questo portati per mano dal personaggio del fumetto, Philip Rembrandt, il compagno di Valentina che diventa persona reale e discretamente ci conduce in situazioni che si intrecciano. Un racconto a colori digitali, in cui si mischiano filmati in bianco e nero (abbiamo una Milano anni ‘60 assolutamente inedita, dai filmati privati di Giovanni Gandini, creatore della rivista Linus), interazioni tra Philip Rembrandt con animazioni digitali e incontri con persone che possono dire: io c’ero e ho visto. Diceva il designer Ettore Sotsass che innovazione e contaminazione sono le nuove parole chiave per capire quegli anni e nel documentario ho voluto far convivere musica, fumetto e arte per generare quel clima e comprenderne lo spirito. Volendo raccontare l’euforia di quegli anni, mi è sembrato necessario utilizzare stili espressivi con registri diversi, tecniche miste, dalle riprese ricolorate, a omaggi ad artisti sperimentali come la celebre performance di Ives Klein citata da Crepax in una storia di Valentina. Il suono ha una fondamentale importanza nel documentario perché la musica sarà come un fluido nastro che muovendosi tra beat ed elettronica, jazz e musica classica lega le differenti atmosfere, il materiale inedito sonoro poi come i dialoghi in mio possesso di Umberto Eco e Elio Vittorini che disquisiscono di fumetto, danno vita a momenti vissuti dall’artista per raccontarci quell’irripetibile periodo creativo. In più, ho a disposizione l’intero archivio della famiglia Crepax, che prenderà vita in modi inaspettati.
In questi ultimi vent’anni ho lavorato su progetti per Musei, eventi e video istallazioni utilizzando linguaggi e tecnologie innovative, che sono risultate emozionali, empatiche ed è per questo che sento la necessità di costruire questo documentario in modo così variegato. L’integrazione e contaminazione di questi linguaggi mi permette di raccontare lo stile di un artista che ha scomposto la narrazione classica, per sincoparla fra dettagli e atmosfere oniriche riuscendo a raffigurare i sogni, le pulsioni erotiche, la trasgressione nella banalità del quotidiano. Ricordo che i graphic novel (massimo esempio di modernità nel fumetto) oggi parlano quasi esclusivamente della quotidianità, ebbene Crepax avvolgeva continuamente le sue tavole di quotidianità e sono proprio i suoi figli a ricordarcelo quando si riconoscono come in uno specchio nelle tavole del padre. Le storie di Crepax non sono avvincenti in quanto storie, la grande innovazione di Crepax era dovuta alla nuovissima sintassi dell’impaginazione con quel suo montaggio sconnesso, tipico della Nouvelle Vague. Ma se andiamo a vedere le date, Crepax, sia pur di pochi mesi, gioca d’anticipo. Un viaggio che metterà in risalto la fantasia e la sensibilità di un autore perfettamente, ed empaticamente, sintonizzato sul mondo circostante, pur essendo inchiodato tutto il giorno al suo tavolo da disegno.
Giancarlo Soldi