Dopo l'anteprima mondiale a Venezia come evento speciale delle Giornate degli autori, sbarca agli Incontri del cinema d'essai di Mantova "
Cercando Valentina - Il mondo di Guido Crepax" di Giancarlo Soldi.
Sensuale, moderno, visionario, rock: il nuovo film di Soldi si muove esattamente come la "Valentina" di Crepax, andando ad esplorare gli anni '60 milanesi dove tutto stava repentinamente cambiando, segnando per sempre le vite di chi era lì proprio in quel momento.
Se il mondo dell'arte e del fumetto bazzicava il bar Giamaica e i giovani si riversavano nelle strade per cercare di vedere dal vivo i Beatles, a Crepax bastava il fedele ambiente casalingo, nido accogliente d'amore e laboratorio di sogni visionari riportati su carta.
Dietro all'immagine del giovane Philip, che percorre strade, musei e bar alla ricerca della sua Valentina perduta, non si fa fatica ad immaginare lo stesso Soldi, che oltre a dichiarare pubblicamente il suo amore verso quel personaggio e tutto ciò che rappresentava, giocando con l'archivio si toglie anche la soddisfazione di intervistare "a distanza" il suo mito Crepax. Lo abbiamo intervistato proprio a Mantova, per farci raccontare da dove è nata l'idea di un film-tributo a Valentina.
Raccontare Valentina vuol dire viaggiare in lungo e in largo nel mondo della moda e dei cambianti ospitati dalla "Milano da bere"...
Più che da bere è la Milano più effervescente ed acida che esista. E' un film molto autobiografico, perchè ricordo benissimo quando a nove anni vidi per la prima volta Valentina, ed era bellissima. Mia mamma, che a sua volta leggeva fumetti, non si straniva quando mi vedeva leggerla, nè si scandalizzava nel vederla nuda, perchè capiva che stavo cercando altro rispetto alla sua semplice immagine. Piaceva a donne e uomini e soprattutto era un simbolo, una ragazza che cerca il controllo del suo corpo al di fuori dello stesso. Crepax seduto alla sua scrivania sente e vede tutto, il design, l'architettura, la poesia, la musica, e mette tutto nel suo primo fumetto. E' come se fosse l'inventore della graphic novel, genere che racconta il quotidiano. Nessuno ha sottolineato la sua grandezza, del parlare solo di casa sua e dei suoi sogni, e tutta la famiglia è influenzata da quella dimensione e la stessa Valentina abita con loro.
Un uomo perennemente seduto alla sua scrivania che però seppe raccontare il suo tempo come pochi. Come te lo spieghi?
Vicino a lui c'è Giovanni Gandini che gli fa conoscere le novità, e Crepax cerca quello che voleva nei settimanali e nei mensili, soprattutto quelli di architettura dove scopre il design nascente. E poi c'è il mondo della musica, perchè lavorando alla Ricordi entra in contatto con le nuove tendenze, così, ad esempio, per la sigla di "Diamoci del tu" con la Caselli finisce per fare dei disegni pazzeschi. Amava il jazz e si appassionò al beat, al tempo il molto alto e il molto basso, fondendoli nelle sue storie.
Per Bonelli scegliesti l'avventura, per Sclavi l'incubo, per Crepax hai intrapreso la strada della ricerca. Come scegli la chiave con cui leggere i protagonisti delle tue storie?
Ci metto sempre anni, però la tecnica è cominciare a girare, farsi una bozza di dove andare a parare, e poi le cose le scopro via via, soprattutto in montaggio. Ma soprattutto cerco sempre di ricordare lo stupore che ho sempre avuto verso quel personaggio o quell'ambiente. Questo film è davvero una sorta di autobiografia, sono riuscito a mettere insieme le battaglie politiche con la sensualità.
01/10/2019, 20:07
Antonio Capellupo