ALICE NELLA CITTA' - Marco Polo: A chi piace la scuola?
Solitamente si ha la brutta abitudine di gettare nel dimenticatoio gli stati d’animo vissuti in età scolastica, specialmente quelli delle medie e del liceo, non riuscendo poi in età adulta a riscoprirli e comprenderli.
Duccio Chiarini si avvicina a filmare i banchi di una scuola liceale, non solo per riallacciare i rapporti tra vecchie e nuove generazioni, divise oggi da un forte divario tecnologico e culturale, ma per porci alcune importanti domande: chi sono questi ragazzi che siedono sui banchi di scuola, cosa pensano? Che doveri si hanno nei loro confronti, che ruolo ha l’insegnamento nelle loro vite, e va cambiato e modellato a seconda dei forti cambiamenti che questa generazione si porta dietro?
A tutte queste domande risponderanno le immagini, rubate alla quotidianeità scolastica delle classi dell’
Istituto Tecnico del Turismo Marco Polo.
Attraverso riprese quasi imparziali, seguiremo l’anno scolastico - da novembre fino agli esami di stato - di un gruppo di classi e del loro corpo insegnanti.
Ciò avverrà in un momento particolare, nel quale l’istituto aderirà alla rete delle scuole Penny Wilton, un progetto che permette agli studenti di insegnare la lingua italiana ai migranti; nella scuola, varie assemblee tra professori che si chiedono come diversamente approcciarsi agli studenti per insegnare loro non solo nozioni teoriche ma cose fondamentali come la solidarietà e l’importanza delle relazioni umane, la necessità di conoscere il mondo in cui si vive e la Storia che ha vissuto.
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Marco Polo" esamina con occhio analitico ma non giudicante, attento ma riservato, ricostruendo al montaggio quel che le 80 ore di ripresa hanno reso più evidente.
Ci si avvicina ai ragazzi con naturalezza: così li si può vedere nell’imbarazzo, nella difficoltà ad esprimersi e nell’apparente apatica superficialità, che viene un paio di volte ben agitata da un argomento discusso in classe.
Duccio Chiarini conferma lucidamente che una crisi, nell’insegnamento e nei valori delle nuove generazioni, esiste ma può essere contrastata; va compresa costruendo relazioni e non impartendo regole, e ci suggerisce come poi andrebbe curata.
Il film termina con un’immagine ironica che lascia un certo amaro in bocca: una tritatutto distrugge i temi corretti e valutati degli alunni. Che la scuola, oggi, serva a questo?
Emma Di Marco25/10/2019, 17:32