Note di regia di "Il Giorno più Bello del Mondo"
Ogni volta che preparo un progetto nuovo mi trovo davanti ad un bivio…provo a spiegarmi.
"Il giorno più bello del mondo" è un film che vuole intrattenere il pubblico per circa due ore, seduto su una poltrona di un cinema. Per poi lasciarlo uscire dalla sala con un viso rilassato e un cuore pieno. E se poi qualcuno che ha appena visto il film ripetesse le battute o i
Il giorno più bello del mondo tormentoni che maggiormente lo hanno impressionato appena uscito dalla sala…ecco questo sarebbe perfetto.
In alternativa esiste "il giorno più brutto del mondo”: ovvero il pubblico esce scontento
dalla sala, non può chiedere il rimborso del biglietto e l’unica frase che ripete è "ma chi
me la fatto fa’ ,stavo così bello a casa sul divano a vedermi una serie tv!!!”
Ed ecco la parola chiave: SERIE TV.
Nella scrittura e nell’ideazione dei miei film precedenti non avevo mai considerato la forza ipnotica delle serie tv (alcune, non tutte, naturalmente). Ma 3 anni fa mentre concepivo questo mio nuovo progetto, ho capito che intorno a me, a noi, qualcosa da un bel po' stava cambiando.
I nuovi strumenti tecnologici, gli effetti speciali e il linguaggio del fantasy stavano diventando i nuovi codici dell’intrattenimento sia della tv ma anche del cinema. Ma soprattutto bisogna considerare cosa desidera l’"aspettatore". Non ho sbagliato a scrivere...io lo chiamo non SPETTATORE MA ASPETTATORE…Perché si aspetta qualcosa di importante, divertente o emozionante. Se questo non succede, non solo l’aspettatore resta deluso, ma essendo per l’appunto aspettatore… potrebbe anche aspettarmi sotto al palazzo per mostrarmi con veemenza tutta la sua contrarietà… E vi assicuro che non sarebbe una bella cosa!
In questo mio nuovo film, il protagonista è un bambino magico che riesce attraverso i suoi poteri a cambiare la mia vita, la sua e delle persone che lo amano. La differenza di un bambino con superpoteri è anche il luogo in cui li esprime. Tanti supereroi abbiamo visto a Manhattan, ma pochi a Napoli.
E la domanda nasce spontanea. Ma con un bambino magico a Napoli, che succede?
Succede che si mischiano sentimenti e divertimento, reale e surreale, folclore e meraviglia. Il risultato è un film fantastico. E il pubblicò decreterà, quale strada del bivio avrò intrapreso..
Se il pubblicò dirà all’uscita della sala…”Sì, è una storia fantastica…ma è anche un fantastico film…”sarebbe un vero effetto speciale per me!
Alessandro Siani