Note di regia di "Paradise"
Calogero non ha mai voluto essere un eroe, e suo malgrado si ritrova ad affrontare una scelta troppo grande e le relative conseguenze. Solo e nel posto sbagliato si sente abbandonato dalla famiglia e minacciato dal sicario che ha denunciato, che al contrario scappa da una vita che non avrebbe voluto. Paradossalmente per il Killer, Calogero è un liberatore. La sua testimonianza era l’occasione che aspettava per poter abbracciare un nuovo se stesso. Così paurosamente vicini, i due cominciano a conoscersi e a capire che per loro una nuova vita è possibile. Calogero da vittima disorientata dalla situazione prenderà via via coraggio fino a diventare padrone del proprio destino, vestendo per il Killer anche i panni dell’amico fidato che ne ascolta confidenze e debolezze. Ci spiazzerà aprendosi perfino alle possibilità di un amore diverso. Lo stile è volutamente tragicomico, e attinge dalla lezione del cinema di genere e d’autore, dove la scuola di partenza è la commedia all'italiana, che utilizza una fisicità e un umorismo talvolta grotteschi per dare risalto alla tragica vita dei personaggi. L'intento è quello di concentrare lo sguardo sui protagonista, di liberarli da ideologie e missioni sociali per fare emergere tutti i contrasti che li contraddistinguono. I silenzi della montagna e del manto nevoso, gli spifferi del vento sui pini, gli scricchiolii della foresta e i versi degli animali che la abitano saranno le atmosfere che accompagneranno Calogero e il Killer nella loro nuova vita.