RIFF 28 - Un Uomo deve essere Forte
Accade normalmente di chiedersi ed interrogarsi sulla propria identità, farsi domande scomode che spesso esigono risposte difficili. Ed il dubbio più umano ed incerto è sicuramente: “chi sono?”.
Ilaria Ciavattino ed Elsi Perino, registe alla loro prima opera, costruiscono la corporatura del film proprio su questa domanda, che pongono ad un ragazzo,
Jack Tarullo, che una volta per sbaglio era una giovane ragazza,
Jessica Tarullo.
Tra i primi documentari italiani sulla transizione FtM, questo su
Jack Tarullo ci permette di sbirciare nella sua vita e tra i monti della Val Trompia, provincia bresciana, per comprendere perché e come un uomo o una donna, possano non sentire come giusto e naturale il proprio genere e decidere di cambiarlo.
Una trasformazione che esige cure ormonali, battaglie giuridiche e cambiamenti fisici, ma quel che più salta all’occhio è che, se pure deve cambiare il corpo e come quel corpo viene considerato nella società, in realtà il genere sessuale che Jack “sente dentro” non muta anzi, viene così espresso.
Jack è evidentemente un uomo anche prima del trattamento FtM, basti vedere le riprese che testimoniano l’inizio del processo e metterle a confronto con le ultime, o notare le innumerevoli scene di lui che si approccia ad attività genericamente maschili, come la pesca, le prove di forza, il poligono di tiro. Siamo davanti ad un’identità che ha trovato piena realizzazione e maturazione in un corpo maschile.
Il linguaggio cinematografico che racconta questa materia pecca di una certa ruvidità tecnica, specie nell’audio e nella qualità delle riprese e la struttura narrativa rimane molto semplice e inesperta.
Ma l’evoluzione di Jack, e la scena a tavola con una coppia di amici, scatenano una riflessione necessaria su quanto sia flessibile e non categorizzato, come normalmente si è stati abituati a pensare, il nostro genere sessuale.
Alla domanda “chi è Jack?” il ragazzo è stato in grado di rispondere, scegliendo di proseguire le decisioni che quella soluzione comportava, perché in fondo “si può fare tutto quello che si vuole”, se ci può far stare meglio.
23/11/2019, 11:17
Emma Di Marco