TFF37 - Andrea Caccia: "Poso lo sguardo sulla terra"
Un progetto sviluppato nel corso di molti anni ("
Era il 2013, circa, quando la prima idea è nata nella mia testa", ci ha raccontato
Andrea Caccia, il regista), portato a termine - come tante produzioni documentaristiche indipendenti - grazie a tanti piccoli tasselli economici (la film commission lombarda, poi la piemontese, poi fondi francesi, a seguire quelli svizzeri e infine ministeriali) ma che grazie anche a tutto ciò ha acquisito il giusto ampio respiro e la forma estetico-narrativa con cui "
Tutto l'oro che c'è" si è mostrato alla sua anteprima al
Torino Film Festival.
"
L'obiettivo che mi sono posto è ambizioso, forse, ma l'idea è stata da sempre quella di raccontare la terra, posare lo sguardo su essa non per 'simularne' la perfezione ma mostrandola per quello che è, bella e necessaria nella sua naturalezza. Non volevo mostrare paradisi verdi, ma l'ambiente intorno al fiume Ticino in cui sono cresciuto e in cui sono tornato a vivere dopo molti anni lontano, a Milano".
Un ritorno con una prospettiva differente. "
Prima ero figlio, ora sono padre. Prima l'acqua si muoveva in una direzione, ora vivo invece dall'altro lato del fiume, più o meno alla stessa altezza ma l'acqua ora la vedo dirigersi nel senso inverso... Un cambio di sguardo e di prospettiva che ho cercato di rendere nel film, aggiungendo diversi punti di vista per costruire un coro vario, che fosse anche funzionale allo sviluppo narrativo".
Una mole enorme di registrazioni (sei mesi ininterrotti di riprese del fiume, con 8 settimane dedicate ai 5 personaggi), un lunghissimo lavoro di montaggio e sviluppo del suono, "
fondamentale per far entrare lo spettatore nel mondo che raccontiamo", aggiunge Caccia. "
Oggi si parla tanto di ambiente e natura, ma quasi sempre con toni allarmistici e urlati, io ho voluto costruire un ragionamento che andasse più in profondità. Spero di esserci riuscito".
23/11/2019, 20:35
Carlo Griseri