Note di regia di "Plastic River"
Ho scelto di raccontare il viaggio di Tiberio senza enfatizzarne le gesta o alterarne l'operato, ad esempio non trascinandolo in luoghi dove potessimo incontrare volutamente rifiuti in grande quantità.
L’obbiettivo fin da subito è stato quello di valorizzare la bellezza della natura e dei posti che un ragazzo in kayak avrebbe scelto per il suo itinerario, presentandolo in antitesi allo scempio dell’inquinamento.
Il disimpegno ambientale e il degrado sono elementi che certamente abbiamo voluto evidenziare, ma la priorità è sempre stata raccontare la relazione tra Tiberio e la natura che per tanti anni ha accolto lui e il suo kayak. Proprio questo legame lo ha spinto a preservarne l'integrità.
Abbiamo cercato di muoverci in un tema infinitamente grande raccontando una storia piccola, intrecciando le informazioni scientifiche al percorso personale di un ragazzo, un archeologo dell’ordinario che recupera le tristi tracce che come esseri umani stiamo lasciando sull’intero pianeta.
Una moderna figura di cercatore d’oro, dove però il tesoro è ormai reperibile ovunque, anche lontano dal mondo artificiale e urbano che gli appartiene.
Abbiamo immortalato un gesto semplice come raccogliere qualcosa che non dovrebbe nemmeno essere gettato, perché è dietro la vastità e la complessità di questi temi che ci siamo nascosti sentendoci impotenti e costruendoci un perfetto alibi fatto di passività ed indifferenza.