PREMIO ALLA CARRIERA A CARLO VERDONE
- "Lo dedico a voi, alla Sardegna"
Ha incantato il pubblico con la sua verve ironica, la sua semplicità e la simpatia, ma tra le doti che Carlo Verdone in questi giorni in Sardegna ha fatto più apprezzare di sé c’è sicuramente l’umiltà. Quell’umiltà che solo i grandi sanno avere. Nella Sala convegni del THotel sabato sera a Cagliari c’è stato un vero bagno di folla per l’attore e regista romano, che ha ricevuto il Premio alla carriera dell’Alambicco dalle mani del direttore artistico Alessandro Macis, presidente dell’associazione culturale attivissima in campo cinematografico, accompagnato da Patrizia Masala, che ha letto le motivazioni.
Verdone è stato definito “creativo e sensibile autore della commedia italiana, capace di raccontare storie facendo coesistere armonicamente comicità, ironia e umorismo con eventi drammatici”.
Ma il riconoscimento è stato consegnato anche per essere un “attento e curioso osservatore dei comportamenti umani, che attraverso una continua ricerca dà voce e corpo ai suoi personaggi, mettendoli in scena senza giudicarli. Nei loro confronti ha benevolenza e pietà accompagnate da un velo di malinconia. La fisicità dei suoi personaggi, il linguaggio del corpo, rimandano ai grandi maestri del cinema muto: Charlie Chaplin, Buster Keaton, Harold Lloyd, che ci fanno sorridere delle loro avventure-disavventure. Per averci donato in questi quarant’anni momenti di grande cinema”.
Un riconoscimento meritatissimo per un personaggio molto amato dal pubblico isolano, come ha potuto constatare lo stesso attore in questi giorni di permanenza nel capoluogo regionale. Verdone ha infatti deciso di dedicare espressamente il premio “ai sardi e alla Sardegna”.
E il divertimento non è mancato già nell’anteprima della serata, con il concerto omaggio del maestro Romeo Scaccia, che ha eseguito al piano solo le musiche di accompagnamento a spezzoni tra i più significativi dei film indimenticabili. Sorrisi e applausi in platea. Tra il pubblico chi ha potuto è restato incollato alla poltrona, mentre in tanti sono rimasti in piedi.
Nella seconda parte della serata il protagonista di “Borotalco” si è intrattenuto a lungo a rispondere alla domande di Alessandro Macis e del critico cinematografico Mario Patané, per poi dare spazio al dibattito con i giornalisti e il pubblico. Si è parlato degli esordi, del primo personaggio ideato (la figura del sacerdote dalla caratteristica espressione ecclesiale), dell’impegno che occorre in una professione in cui gli spettatori hanno sempre l’ultima parola, e di tanto altro. Proprio Borotalco è stato definito il film della svolta per Verdone: “Se non ci fosse stato forse non sarei qui ora”, ha affermato l’artista. Ma la vera sorpresa della serata è stata l’improvvisata esibizione alla batteria, in un memorabile duetto con Romeo Scaccia al pianoforte che ha lasciato tutti di stucco.
15/12/2019, 19:53