Note di regia di "Il Mio Corpo"
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Il mio corpo" è il terzo film che realizzo in Sicilia dopo "
‘A iucata", un’immersione nel mondo delle corse clandestine di cavalli, e "
Pescatori di corpi", sulla vita quotidiana di un equipaggio di pescatori e quella di un rifugiato siriano che vive a bordo di una barca abbandonata.
Questo nuovo film estende le mie riflessioni sul territorio concentrandosi sulla situazione di abbandono in cui si trovavano gli abitanti della parte centrale dell’isola.
Stando nella regione ho avuto come la sensazione di vagare tra i luoghi di un disastro atomico: tutto sembrava in disuso, come se una bomba nucleare fosse esplosa e tutto dovesse essere ricostruito da zero.
Con Il mio corpo ho voluto raccontare le stimmate dopo la catastrofe: la fine di un’attività economica, la disoccupazione endemica, la lenta degradazione dell’ambiente, l’impossibile integrazione e la precarietà di giovani senza futuro e senza prospettive.
Le mie ricerche sono partite dalle miniere di zolfo ormai abbandonate del centro Sicilia; luoghi affascinanti e testimoni di una ricchezza economica e di un benessere ormai perduti.
È stato proprio durante un sopralluogo che mi sono imbattuto in Marco, il padre di Oscar.
Quando poi ho conosciuto Oscar ho capito subito che sarebbe stato lui il protagonista del mio film. Così mi sono messo alla ricerca di Stanley.
I migranti sono una presenza molto numerosa in questa parte dell’isola, ma volevo raccontare una storia diversa.
Queste due anime, che tutto sembra separare a parte la terra che abitano, hanno in comune la sensazione di essere stati gettati nel mondo e di subire scelte fatte da altri.
Nel centro della Sicilia Oscar e Stanley vivono inconsapevolmente una ricerca iniziatica, collegata tra loro da questa situazione di abbandono, come la regione in cui vivono.
In un incontro intenso e fugace, ho cercato di unire questi due corpi in sospensione, in cerca di emancipazione, offrendo loro la possibilità di condividere la condizione di prigionieri dell’Isola. Giustapposti, i due ritratti intrecciano una rete di situazioni individuali che echeggeranno e renderanno così possibile rivelare tracce di un dramma nascosto.
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Il mio corpo" mostra due personaggi enigmatici e rifiuta di assumere una visione manichea che renderebbe questi giovani uomini vittime o eroi.
Michele Pennetta