Note di regia di "Non e' solo un gioco"
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Non è solo un Gioco” è un cortometraggio che racconta del legame tra le sorelle Scoglio, un legame impossibile da spezzare fin quando non fa ingresso nelle loro vite un gioco, all’apparenza un semplice gioco di carte: il burraco. Da quel momento, qualcosa nel rapporto tra le due e si rompe, coinvolgendo le rispettive famiglie. Il genere scelto per veicolare la narrazione è quello del mockumentary, un finto documentario che ci permette di presentare come reali fatti di pura finzione, dinanzi ai quali gli spettatori, come fossero una giuria, saranno messi nelle condizioni di ascoltare tutte le versioni dei fatti e di conseguenza in grado di crearsi una propria personale base di credulità. La macchina da presa si fa portatrice del gioco, seguendo i canoni dei reality che siamo abituati a vedere su canali come Real Time, attraverso camere fisse in interviste, intervallate da azioni visive di narrazione che, assecondando i beat sempre più incisivi, si diversificheranno a seconda dei momenti di descrizione ora attraverso lenti piani sequenza descrittivi, ora attraverso camere d’assalto giornalistiche o contributi amatoriali filmati con il cellulare. L’ambiente e i personaggi che raccontiamo rispecchiano entrambi il mood di una piccola cittadina di provincia in cui il pettegolezzo giustifica e rende credibile i conflitti interiori e le scaramanzie che i personaggi non disdegnano di mostrare. La domanda “ma il racconto cui sto assistendo è reale?” farà da guida al tipo di narrazione che dovrà per questo esser totalmente priva di tecnicismi e stilismi estetici, ma a portata del pubblico, più snodata, meno vincolata, che sia libera di esprimersi diversamente in ognuno di noi, dando importanza anche agli elementi casuali, accidentali, dando in sostanza priorità al contenuto in un’epoca in cui la forma ha ormai preso il sopravvento. Perché il cinema è oggi legato alla verità più che alla logica e quello che interessa per davvero allo spettatore sono i sentimenti.
Guglielmo Lipari