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BIOGRAFILM 16 - SQIZO, vita e opere di Louis Wolfson


Duccio Fabbri racconta un uomo capace di "vivere tra il mondo della parola e quello del silenzio".


BIOGRAFILM 16 - SQIZO, vita e opere di Louis Wolfson
E' una storia complicata quella di Louis Wolfson, come complicata è stata la sua vita e ancora più la sua mente. Statunitense, da giovane subisce un'errata diagnosi avallata dalla famiglia e passa tra vari istituti psichiatrici in cui il suo "io" viene ferito e maltrattato, al punto da convincerlo a ribellarsi alla madre opprimente e pure alla sua lingua (madre, anch'essa), l'inglese.

Impara da solo il francese e diventa autore di culto, sempre alternativo e venerato da generazioni di autori (a parlare di lui, intervistati da Duccio Fabbri, nomi come Paul Auster e Sylvere Lotringer, tra gli altri), Wolfson si è infine rifugiato a Porto Rico dove il regista riesce a rintracciarlo e a coinvolgerlo in una lunga e surreale chiacchierata, con auto-letture e riflessioni sparse.

Fabbri da tempo cercava di raccontare Wolfson, affascinato dalla sua letteratura ai margini ("ai margini anche della lingua stessa"), un uomo capace di "vivere tra il mondo della parola e quello del silenzio", un "misantropo incallito" convinto - tra le molte stranezze - di poter imparare la lingua prescelta mangiando il più possibile...

"Sqizo", come viene chiamato per i suoi problemi mentali, è protagonista di un dialogo a più livelli con il regista, che si rivolge a lui in prima persona nel racconto fuori campo e porta avanti il discorso con il Wolfson odierno (mentre il suo passato è rimesso in scena), mentre le sperimentazioni di Louis con la lingua diventano effetti grafici efficaci.

07/06/2020, 10:50

Carlo Griseri