FAR EAST FILM FESTIVAL 22 - I vincitori. Gelso
d'oro al film cinese "Better Days"
3000 accrediti da 45 paesi e 25.000 voti per stabilire i vincitori degli Audience Awards 2020: ecco l’edizione digitale del Far East Film Festival raccontata attraverso i numeri. E i numeri raccontano un grande successo. Sia quelli di partenza (46 titoli in line-up, tra cui 5 prime mondiali, corrispondono a decine di case di produzione che hanno accettato di puntare sul FEFF online), sia quelli finali, raccolti dopo 9 giorni di programmazione (non solo film: anche 45 dirette streaming, 38 videomessaggi dei registi, 10 conferenze stampa, senza contare tutte i meeting organizzati su Zoom dal FEFF Campus e da Focus Asia).
Il Gelso d’Oro è andato al potentissimo youth drama cinese Better Days di Derek Tsang (figlio del leggendario Eric Tsang): un’indimenticabile storia d’amore e di violenza sui banchi di scuola che si è aggiudicata anche il Gelso Nero degli accreditati Shogun. Il Gelso d'Argento è andato al debut film malaysiano Victim(s) della regista Layla Ji, presentato al FEFF 22 in prima mondiale (la Malaysia non era mai finita sul podio). Il Gelso di Cristallo è andato alla favola pop taiwanese I WeirDo di Liao Ming-yi (un’altra prima mondiale), che si è aggiudicata anche il Gelso Viola di Mymovies. Il Gelso Bianco per la migliore opera prima, deciso da una giuria internazionale (La Frances Hui, Leopoldo Santovincenzo, Mark Adams), è andato invece all’action-comedy sudcoreana Exit di Lee Sang-geun. Sudcoreana anche la menzione speciale, cioè il noir Beasts Clawing at Straws di Kim Young-hoon. Tutti i Gelsi, ricordiamo, sono realizzati da IdeaPrototipi.
«Abbiamo immaginato e poi costruito un festival vero e proprio – spiegano i responsabili, Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche – anche se online. Siamo riusciti a realizzare un programma con titoli importanti, tante opere prime e molte registe donne. Abbiamo cercato di mantenere l'atmosfera che si crea solitamente a Udine, dove una comunità internazionale s’incontra per nove giorni da più di vent’anni. Una cosa è certa: molto di quello che abbiamo sperimentato quest'anno lo porteremo con noi al FEFF 2021. Questa volta live».
Il 90% degli spettatori ha scelto di vivere il Festival preferendo il calendario quotidiano alla semplice library on demand: questo significa che l’impervia scommessa degli organizzatori, cioè la riscrittura del modello originale, è stata ampiamente capita e condivisa. La rivoluzione del FEFF 22, d’altronde, non è consistita nel trasferimento sul web: è consistita nell’adattare ogni singola sezione, ogni singolo spazio operativo, alle leggi del web. Se il quartier generale si è trasferito “virtualmente” su MYmovies.it e “fisicamente” all’Hotel Clocchiatti Next di Udine, dove sono stati allestiti i vari set per le dirette, il Festival ha cambiato la propria sintassi ma non certo la propria anima, rimanendo una vivissima full immersion nel cuore del cinema pop asiatico (Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud, Giappone, Filippine, Indonesia e Malaysia)!
Ma il pubblico non è stato il solo a capire e condividere il progetto, le scelte e (diciamolo) i rischi degli organizzatori: il Far East Film Festival 22 ha potuto contare anche sulle istituzioni pubbliche e sugli sponsor privati, trovando ancora una volta sul territorio un aiuto essenziale per poter andare lontano. Per poter continuare un volo iniziato nel 1998 con Hong Kong Film, padre storico del FEFF.
A fare simbolicamente da ponte tra l’avventurosa edizione “virtuale” del 2020 e la prossima, già programmata dal 23 aprile al 1° maggio 2021, un prezioso documento “fisico”: il catalogo bilingue del FEFF 22, che gli organizzatori hanno (appunto) voluto stampare. 255 pagine di schede, saggi e interviste per lasciare un ricordo tangibile di questo viaggio e non soltanto una colorata scia di pixel.
05/07/2020, 16:13