Note di regia di "Entierro"
E’ difficile parlare di sé quando sei abituato e disponibile a raccontare le storie di altri. In questo caso, stavolta, “l’altro” sono io e ora devo uscire dal guscio e parlare di me senza vergogna. Ricordo perfettamente quel giorno del 1999 in cui entrai alla mostra del Macro di Roma dove mia zia, Carmengloria Morales, aveva esposto per la prima volta l’Entierro. Quattro giganti tele in forma di pale di altare. Mia zia è arrivata in Italia nel 1952 a dieci anni e non è mai più tornata nel suo paese d’origine: il Cile. Io invece sí, ci son tornata spesso e da dodici anni ancora più spesso perché mio padre Raúl, fratello di Carmengloria, ci si è trasferito e da allora ho iniziato una ricerca inconscia delle radici e della famiglia. Mi ha sempre affascinato l’arte di Carmengloria, fin da piccola rimanevo stregata dal suo studio pieno di colori e pennelli dove suonava a tutto volume Billie Holiday... Il suo legame con la musica mi ha suggerito di farla incontrare con un musicista cileno, Jorge Arriagada, anche lui arrivato in Europa da giovane e mai tornato in Cile. Mi sono interrogata con loro sull’importanza dell’arte e della percezione, di come sia cambiato il suo valore di generazione in generazione, di come Carmen e Jorge vedano il Cile ormai un paese ormai lontano dalle loro vite artistiche, ma, che alla fine, rimane sempre il loro paese d’origine.
Le radici si scoprono nel loro modo di fare arte e nonostante non siano andati via per ragioni politiche, vivono il loro paese come esiliati, un esilio più profondo, quasi inconscio. A questo primo incontro sono seguiti due anni di riprese fino a quando la notte del 1 maggio 2016 tutto si è ridotto in cenere. Tutto quello che segue questo incidente è l’origine di “Entierro”. Dopo l’incendio avevo quasi rinunciato all’idea di riprendere in mano il progetto, nel giro di una notte la casa di Carmengloria è andata in fumo e con lei tutta la sua opera e gran parte del mio film. Poi il bisogno di superare il trauma ha preso il sopravvento e ho pensato che forse proprio attraverso il mio lavoro avrei potuto vincere. Manuela Martelli, attrice e grande amica, mi accompagna in questo nuovo viaggio alla scoperta dell’arte e della sua importanza nella vita di Carmengloria, e con lei alcuni dei suoi amici più stretti, artisti a loro volta. Maria l’ha conosciuta come allieva e poi l’arte ha costruito tra loro un legame di onestà intellettuale e intensa solidarietà umana, Lucio, quasi coetaneo di Carmen, l’ha incontrata e ritrovata durante il corso di una vita nomade e dedicata all’arte. Sono loro a ricostruire il racconto perduto.... di cui, le poche immagini sopravvissute ho deciso di trattare come prezioso materiale di repertorio, inserendolo in uno spazio dedicato al “ricordo”. La pittura grande protagonista assente, viene raccontata attraverso le immagini della natura cilena inconsciamente parte delle origini di Carmengloria.
Maura Morales Bergmann