LOCARNO 2020 - "First Cow" di Kelly Reichardt
“
First Cow”, in italiano “Prima Mucca” o “Prima Vacca”, diretto e co-scritto dalla regista statunitense in auge
Kelly Reichardt, è stato il film d’apertura del Festival di Locarno che si è svolto dal 5 al 15 agosto. In settembre il Centro Pompidou di Parigi ha in programma una retrospettiva delle opere di questa regista statunitense indipendente.
First Cow è un film che smitizza alcuni luoghi comuni dei western. Infatti non vi sono né cavalcate, né sparatorie. È la storia di un’amicizia tra un vagabondo statunitense e un cuoco cinese che sopravvivono al margine della società.
First Cow è filmato volutamente in modesti toni minori con un certo pacato liricismo. Per stile si potrebbe definire un “western neorealista” che evidenzia il valore dell’amicizia anche tra due persone agli antipodi per estrazione sociale, nazionalità e mentalità, Cookie e King-Lu.
Cookie che vive alla giornata incontra King-Lu (Orion Lee), un immigrato avventuriero cinese che si nasconde nei boschi da un gruppo di immigrati russi che credono abbia ucciso il loro compagno. L'idea che King-Lu sia un assassino non spaventa Cookie. King-Lu è nudo, infreddolito e affamato. Cookie gli dà cibo e riparo nella sua tenda da questo incontro nasce una solida amicizia.
Il lungometraggio è un piccolo spaccato storico della società statunitense alle sue origini, un ritratto minimalista, anche se composto da estranei e classi inferiori di questa società. Partendo da una sceneggiatura estremamente fine, Reichardt descrive l’evoluzione sociale di una nazione attraverso personaggi che sono determinati e diretti come la sua narrazione. “First Cow” con il suo titolo molto particolare ed enigmatico ci riporta alla mente “La vache et le prisonnier” di Henri Verneuil, nel quale Fernandel interpreta in modo strepitoso un prigioniero di guerra che facendo finta di riportare una mucca alla stalla cerca di fuggire dalla Germania. In “First Cow”, la storia è diversa, ma la vacca ne è la protagonista anche senza l’umorismo e le trovate comiche di Henri Verneuil
Il film è l'adattamento di un romanzo intitolato
The Half-Life di Jonathan Raymond, che ha lavorato per la quinta volta ad adattamenti cinematografici con la Reichardt della quale è stato scritto che “…è una delle registe americane meno pedanti oggi e che Il suo modo di filmare ha uno stile intrigante. Non avendo una trama emotiva, il film può sembrare piatto e lasciare alcuni spettatori perplessi su i suoi contenuti e anche portarli a chiedersi cosa hanno appena visto!
Ciò non significa che il lungometraggio sia senza immaginazione o umorismo. “First Cow” è troppo tranquillo per un western e un po' enigmatico per i suoi significati. Però, con l'amicizia tra i due protagonisti, fuori dall’ordinario, e il contrasto tra i vari personaggi che vi si incontrano riesce gratificante a molti livelli.
Premiazione della 20ma edizione del “Boccalino”, Premio della Critica Indipendente presente al 73mo Film Festival di Locarno.
Miglior film
“Burnt a Land of Fire*. Grigio. Terra bruciata di Ben Donateo Italia- Svizzera. Un cortometraggio per raccontare di un paese che muore in Calabria insieme ai suoi vecchi… Migliore regia a Alexander Haldemann per “Um tordo batendo as asas contro o vento”.
A Marco Solari Presidente da vent’anni del Festival di Locarno. “Per un uomo che ha dedicato una parte della sua vita al servizio del Cinema e ad un Festival, quello di Locarno. Migliore produzione For the Future of Films a “ZE “di Lkhagvadulam Purev-Ochir che racconta la Mongolia che non conosciamo.
Menzione speciale a “Icemeltland” di Liliana Colombo film sullo scioglimento dei ghiacciai e la nostra inettitudine innanzi a questo fenomeno inquietante.
Menzione speciale a Giada Peter Capo Ufficio Stampa per l’encomiabile lavoro svolto in questo “annus horribilis” di Coronavirus per il Festival e per l’umanità.
16/08/2020, 07:11
Augusto Orsi