Note di regia di "Solitaire"
“Non farò mai più un film in stop-motion da solo". Dopo la lunghissima lavorazione di “Secchi” e tanti altri lavori in animazione, sepolto in casa da una specie di Italia in miniatura mi ero ripromesso che, cascasse il mondo, non avrei più passato mesi segregato in una stanza a lavorare.
Poi il mondo è cascato veramente. Per i miei lavori precedenti ero abituato a svaligiare i ferramenta e le cartolerie di tutta Roma. Questa volta non avevo nulla. Potevo usare solo quello che avevo in casa. Una stampante scassata, il retro di una vecchia carta da parati, degli acquerelli, il mio telefono con cui fare le foto e due paginette con dei disegni: uno studio su due personaggi fatti anni fa da Giuseppe di Maio. Erano dei bozzetti preparatori per i protagonisti di un piccolo soggetto che avevo scritto con la mia socia sceneggiatrice Paola Rota. Ci eravamo immaginati la vita di Renaud, un signore parigino su una sedia a rotelle, solitario e bloccato all'ultimo piano di un palazzo di Montmartre. Da questo spunto di qualche anno fa è nata una piccola storia che, dopo questi mesi, potrà suonare più familiare ad ognuno di noi.
Edoardo Natoli