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VENEZIA 77 - Quando "Les Aigles de Carthage" tornarono a volare


VENEZIA 77 - Quando
Bill Shankly, uno dei più grandi protagonisti della storia del calcio inglese arrivò un giorno ad affermare con un misto di amarezza e meraviglia che "alcuni pensano che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Posso assicurarvi che è molto, molto di più".

Nessuno sport come il calcio è infatti in grado di unire in un'unica massa un intero popolo, annullando per 90 minuti differenze sociali, politiche e religiose, e di creare a volte un senso di appartenenza così forte da farti capire che insieme si può davvero farcela.

Ad aprire la Settimana Internazionale della Critica di Venezia 77 è stato "Les Aigles de Carthage", corto-documentario di Adriano Valerio che riporta indietro le lancette del tempo al 14 Febbraio 2004, quando lo Stadio Olympico di Radès ospitò la finale di Coppa d'Africa Tunisia - Marocco, gara destinata ad entrare nella Storia del popolo tunisino.

Per troppi anni "le Aquile di Cartagine" avevano volato attorno alla vittoria, non riuscendo però mai a centrare la vittoria e diventando inevitabilmente la Cenerentola del calcio africano. Ma una finale di Coppa in casa vale più di ogni altra cosa, e così quel tiratissimo 2 a 1 conquistato sul campo con fatica e sudore, si trasformò in un'esplosione di gioia così forte, da lasciare nelle menti e nei cuori di quella massa riversatasi nelle piazze una consapevolezza che qualche anno dopo sarebbe riaffiorata per ben altre ragioni.

Attraverso le immagini di repertorio e le parole di chi visse sulla propria pelle quei momenti, da un calciatore allora in campo ad un attivista politico, passando per semplici cittadini, Valerio ricostruisce le fasi che portarono a quel momento, dalla tensione iniziale, all'ascensore emotivo del vantaggio-pareggio-nuovo vantaggio, fino al fischio finale e al momento della coppa che si leva in aria, alla presenza delle ingombranti mani dell'allora Presidente-dittatore Ben-Alì.

Un'immagine iconica su cui Valerio si sofferma sapientemente a ragionare con la sua macchina da presa, e che forse racchiude in se la miccia di una bomba esplosa poi nel 2011 per le strade della Tunisia, quella "Rivoluzione dei Gelsomini" figlia di una fame di giustizia e libertà a lungo sognata. E in cui forse ci mise lo zampino il ricordo di un pallone che rotola in porta.

07/09/2020, 07:48

Antonio Capellupo