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FIGARI FILM FEST 10 - Intervista a Carlo Sironi


FIGARI FILM FEST 10 - Intervista a Carlo Sironi
Carlo Sironi al Figari Film Fest
Giurato del concorso internazionale cortometraggi, e premiato per la sua opera prima "Sole", Carlo Sironi è uno degli ospiti del Figari Film Fest / Olbia Film Network 2020.

Come già avvenuto con alcuni tuoi cortometraggi, il film affronta il tema della genitorialità.

Vero, per me è stato un percorso naturale, la scrittura del film è nata dal desiderio di continuare a raccontare quel tema: è un territorio sconfinato e questa volta alla base c'è la maternità surrogata. Ho sempre lavorato con il mio produttore Giovanni Pompili di Kino su questi progetti, ci siamo intesi da subito.
E' stato lungo scrivere il film, ma ancora di più "togliere": questo racconto aveva bisogno di pochi mezzi espressivi.
Il mio film si basa sul tema della maternità surrogata ma quello che affiora è la storia d'amore, la storia di due persone che non si sentivano pronti a diventare genitori e poi, alla fine, lo diventano. Dalla Cina all'Europa, ovunque ho mostrato "Sole" c'è stata la stessa reazione emotiva, è un tema universale.

Da Venezia 2019 il film ha avuto grande attenzione anche dai mercati esteri.

Sono molto felice perché questo è avvenuto anche prima, abbiamo subito avuto l'attenzione dei "lab" italiani ed esteri, addirittura l'interesse del co-produttore polacco è giunto prima che scegliessimo un'attrice polacca!
Il film è stato venduto in molti Paesi, e anche se a causa del lockdown ci sono stati un po' di ritardi (è uscito solo il 9 settembre in Francia, ma sta avendo un'ottima risposta dagli spettatori), sarà presto in Spagna e poi in Usa, Canada, Turchia, Colombia, Grecia...
A ottobre 2019 invece era uscito in Italia: da noi il vero problema è che ci sono un sacco di luoghi e strutture che aiutano a realizzare contenuti bellissimi, ma non c'è attenzione verso la sala... Dobbiamo creare gli spettatori del futuro! Bisogna portare i ragazzi al cinema, a partire dalla scuola: come li portano nei musei, li portino più spesso anche al cinema.

Come hai scelto i tuoi attori, la polacca Sandra Drzymalska (che interpreta Lena) e l'esordiente Claudio Segaluscio (Ermanno)?

"Sole" è un film di personaggi, non potevo sbagliare la scelta degli attori. Dovevano avere entrambi qualcosa di magnetico, altrimenti sarebbe "caduto" tutto, avrei anche potuto fare i fuochi d'artificio in regia che non sarebbe servito...
Lei doveva imparare la lingua per il film, è impossibile fingere se lo hai già imparato, è provato scientificamente. Quindi ho cercato in vari paesi e poi l'ho trovata in Polonia, dove tra l'altro c'è una legge sull'aborto tra le più restrittive in assoluto. Ho scelto Sandra senza preconcetti, sapevo che avrei modulato il ruolo anche in base all'attrice che avrei trovato.
Per Ermanno no, lo cercavo esattamente così, fisicamente e come approccio: Claudio è proprio come me lo immaginavo, ha un dolore negli occhi unico, esprime una "tenerezza potenziale".
Abbiamo lavorato molto tutti insieme, lei in italiano sapeva solo le battute del film e lui non parla inglese, non potevano parlare tra di loro e questo è stato un aiuto per costruire il loro rapporto sullo schermo. Io non credo nell'improvvisazione, voglio che tutto sia preparato prima.

Per il futuro su cosa stai lavorando?

Ammetto che il lockdown mi ha fatto venire dei dubbi sul mio lavoro, mi sono posto troppe domande... Stavo lavorando su un progetto, che è ora in fase di sviluppo sempre con la produzione di Kino, e ne sto scrivendo un altro: è da capire quale riuscirà a partire per primo.

Qui a Olbia eri anche in giuria.

E' un lavoro che ho fatto con istinto. Sono convinto che i corti ti respingono o ti accolgono molto presto, molto facilmente: a me piace quando sono pensati come piccoli film, con una loro struttura e un loro arco narrativo...

18/09/2020, 17:07

Carlo Griseri