Note di regia di "Paolo Conte, Via con me"
"Paolo Conte, Via con me" racconta un artista straordinario, sviluppando anche le storie umane connesse al suo personaggio: persone, sentimenti, città e generazioni. Il film è, a tutti gli effetti, un percorso per raccontare un pezzo importante del nostro vissuto emozionale, attraverso le canzoni di Conte e il suo passato prossimo. Il cuore del lavoro sta proprio nel raccontare, con una forte suggestione filmica attorno alla musica, la cronaca e le infinite declinazioni sentimentali che le grandi canzoni di Conte hanno sempre assunto nel nostro immaginario. Il repertorio è stato selezionato in base allo script e alle testimonianze, mentre le interviste sono l’elemento fondante del documentario e rientrano in una traccia narrativa dello stesso. Particolare cura è stata dedicata alla scelta e all’utilizzo delle musiche sulle interviste e sulle panoramiche, in modo da creare una serie di suggestioni che potessero completare, introdurre e meglio definire il repertorio. Il montaggio gioca un ruolo fondamentale nella parte creativa del progetto, incasellando i tasselli del film in un flusso che segue e rappresenta al tempo stesso il senso narrativo film. Alcuni elementi che ricorrono nella narrazione si fanno soggetti e significato, a rappresentare snodi importanti della musica e della personalità dell’artista. Come la “Topolino Amaranto”, che ritorna in vari snodi e diventa simbolo del ruolo che la memoria ricopre nell’arte di Conte: presente e passato che si mescolano in un dialogo incessante nella sua lirica e in chi l’ascolta. Naturalmente alla base del progetto c’è una lunga intervista “intima” di Paolo Conte, in cui i racconti di personaggi, canzoni e vicende umane mescolano tenerezza ironia e charme tipici dell’avvocato di Asti.
Giorgio Verdelli