BURRACO FATALE - Intorno a un tavolo tra il gioco e l'amore
Gli sceneggiatori
Giuliana Gamba e Francesco Ranieri Martinotti si presentano subito con la voce narrante della protagonista che ci racconta quello che stiamo vedendo per passare subito dopo a presentare se stessa e le sue tre amiche, con rispettivi mariti. Un bel raccontone con voce off, immagini e musica simil Shostakovich di supporto per introdurci, senza faticare troppo a scrivere il film, al magico quanto semplice mondo che ruota attorno a un tavolo di Burraco.
Siamo ad Anzio, ridente località portuale e marittima non lontana da Roma, benestante ma operosa, verace ma anche elegante. Il quotidiano tavolo da gioco allestito a casa di una delle amiche è punto di rifermento per chiacchiere e confessioni oltre che per la partita, sempre all’ultimo sangue. Una passione che porta le quattro amiche a essere tra le migliori del Lazio e poi a partecipare al torneo nazionale di Burraco.
Ma quello che conta, in fondo, come in ogni film italiano che si rispetti è il cuore e allora visto che una commedia che ruota soltanto intorno al gioco di carte, stile scopone scientifico, è facile da pensare, molto meno da scrivere e da dirigere la regista ci butta dentro questa storia d’amore impossibile, mischiando sana integrazione razziale a stereotipi sul migrante di turno che misteriosamente si trova in Italia a fare il pescatore su una barchetta di 5 metri mentre nel suo paese sembra un ricco principe con palazzo, mogli e figli a carico.
Non è facile, forse perché troppo elementare o senza senso, raccontare nel dettaglio quello che accade, con le povere attrici abbandonate a se stesse e a dei dialoghi spesso pleonastici e privi di un effetto sia sulla situazione che stanno vivendo sia sulla costruzione del loro personaggio.
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Burraco fatale" sembra un'operazione partita da idee anche indovinate ma sicuramente mal cresciuta durante il percorso creativo e realizzativo.
25/09/2020, 13:09
Natalia Giunti