Note di regia di "DOC. Nelle tue Mani - Seconda Parte"
Uno stile moderno e realistico: questo è l’ideale a cui ho puntato in ogni fase del processo di realizzazione di DOC. È stata una scelta in buona parte dettata dal materiale di partenza: un’incredibile storia vera non poteva che chiedere realismo nella maniera di raccontarla e un genere come quello “medical” imponeva di essere all’altezza dei brillanti standard internazionali. La maniera migliore per permettere al pubblico di entrare nel mondo dell’ospedale mi è sembrata quella di immergerlo senza filtri: da qui la scelta di girare prevalentemente con la macchina a mano, che immette realismo e permette di entrare in un contatto intimo con i personaggi e di coglierne ogni sfumatura delle reazioni, dei pensieri e dei sentimenti.
Sul set ho voluto girare personalmente, perché penso che sia un’occasione unica di lavorare a strettissimo contatto con gli attori. Ho avuto la fortuna di dirigere un cast formidabile, pieno di energia positiva ma anche capace di prendere estremamente sul serio il progetto. Primo fra tutti Luca Argentero, che ha fatto un grande lavoro sul personaggio di Andrea Fanti, ispirandosi alla storia di Piccioni ma facendola profondamente sua. Ha dato prova di riuscire a gestire un ruolo drammatico importante, in cui si alternano tanti toni diversi: l’ironia che usa con i colleghi, soprattutto quelli più giovani, le corde sentimentali che emergono nel rapporto con la moglie, il dramma che rivive riscoprendo il suo passato, ma soprattutto l’empatia, che è il tratto caratteristico del suo nuovo modo di essere medico.
Il lavoro con il cast è iniziato molto prima delle riprese, quando abbiamo passato intere settimane in ospedale per studiare dal vero il funzionamento di un reparto di Medicina Interna, sia dal punto di vista tecnico e specialistico che da quello delle relazioni umane (ad esempio le gerarchie all’interno del reparto o il rapporto medici-pazienti). Abbiamo fatto in modo che ciascun attore avesse un riferimento preciso fra i dottori, a cui potersi ispirare, in modo da poter costruire il loro personaggio nei minimi dettagli e con la maggiore credibilità possibile. Inoltre, un importante contributo alla modernità della serie viene dalla colonna sonora, impregnata di elettronica ma a tratti anche massimalista. E naturalmente non bisogna dimenticare il montaggio, sempre serrato, per trasmettere l’idea che il lavoro dei medici è un conto alla rovescia, la cui posta in gioco è la vita o la morte dei pazienti.
Jan Maria Michelini