Note di regia di "Néo Kósmo"
In un futuro distopico, Néo Kósmo č la realtŕ virtuale a cui una famiglia come tante si collega ogni giorno. Nel futuro che ho immaginato č lě che noi tutti consumeremo le nostre vite fatte di lavoro, studio e tempo libero.
La generazione degli smartphone totalmente involuta tra appena vent’anni di certo non abiterŕ fisicamente Marte, ma sarŕ stata capace di creare in VR quel mondo fantastico e di renderlo accessibile a tutti.
In un pianeta fatto di persone che persino dentro casa non comunicano piů, vivendo una vita parallela con indosso un casco VR, sarŕ una tata-robot a farci capire cosa resta dell’empatia umana.
L'uomo č talmente preso dalla virtualizzazione di sé che ha dimenticato qual č il suo ruolo
nell’universo, e i robot sono i primi giudici consapevoli che un mondo privo di 'contatto' non ha niente a che vedere con un'umanitŕ fatta di carne e ossa. La pellicola perň non parla di robot ribelli che distruggono ogni cosa gli capiti a tiro, qui non c'č nessun progetto di conquista, ma solo i prodromi di una rivoluzione silenziosa.
Dove gli spazi nel mondo reale si liberano, le macchine vanno ad inserirsi: i robot sostituti crescono i bimbi, si occupano degli anziani, dei servizi sociali e assistenziali, guidano i mezzi di trasporto pubblico, sono allo sportello di banche e uffici.
Nonostante ciň i robot non hanno nessuna intenzione di sostituirsi all'uomo, vogliono essere semplicemente strumento nelle sue mani, ma come sosteneva lo scienziato Frank Fenner: “
L’essere umano cosě come lo conosciamo č destinato a estinguersi”. In questo scenario uomini e macchine sono a un bivio...”
Adelmo Togliani