Note di regia di "Climbing Iran"
Ho letto per la prima volta di Nasim su una rivista italiana. Le immagini di lei che scala la montagna senza velo hanno avuto un forte impatto su di me, quasi una folgorazione. Scalare una montagna impone la sfida di superare i propri limiti personali. È, in un certo senso, un atto altamente simbolico. Ma quello che mi ha colpito nel caso di Nasim è che lei sia cresciuta e viva in Iran, dove il semplice movimento negli spazi pubblici può essere un problema per una donna. Nell incredulità più totale sono partita alla sua ricerca. Ci sono storie come quella di Nasim, in cui troviamo strumenti per guardare a noi stessi, alle nostre sfide personali. Fare questo film è diventata la mia montagna da scalare, e Nasim mi ha aiutato a trovare la determinazione per farlo, a portare avanti un progetto che sembrava enormemente difficile e che mi ha messo in gioco completamente. Il titolo del film mi è venuto in mente subito perché mi apparso evidente che Nasim apre “nuove vie”, non solo sulla roccia. Sta indicando una nuova via possibile per il suo Paese. E' stata una missione difficilissima, con mille ostacoli, ma Nasim mi ha aiutato a trovare la determinazione per non mollare mai.
Francesca Borghetti