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FILM FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI DI LUGANO 7 - Il bilancio finale


FILM FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI DI LUGANO 7 - Il bilancio finale
In un anno importante e complesso, è stata una scelta coraggiosa quella di svolgere la settima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano (14-18 ottobre 2020) in presenza, una condivisione di cui si sentiva la necessità, dopo un periodo che ha forzatamente richiesto l’isolamento personale e che ancora oggi richiede il distanziamento fisico tra le persone. Antonio Prata e Roberto Pomari, rispettivamente direttore e presidente del Festival, hanno deciso, con FFDUL2020, di andare incontro allo spettatore. Un festival diffuso su tutto il territorio cantonale (Lugano sede storica e poi Bellinzona, Locarno, Mendrisio) apprezzato dal pubblico e che, nonostante la inevitabile scelta di non avere momenti con le scuole, ha comunque coinvolto tantissimi giovani.
Un festival nato dimezzato nel numero di film (17 contro 32 del 2019) e nella capienza delle sale, anche con il pubblico si attesta su poco meno della metà rispetto alla passata edizione, circa 2500 presenze complessive, un pubblico rispettoso e attento alle normative di tutela anticovid.
Fra i film più apprezzati: YALDA, A NIGHT FOR FORGIVENESS; WELCOME TO CHECHNYA; I AM GRETA.

Alcuni momenti hanno richiesto spazi maggiori del previsto, come il convegno sulle Bombe a Grappolo, organizzato insieme al DFAE (Dipartimento Federale Affari esteri) e GICHD (Centro internazionale per lo sminamento umanitario) che ha necessitato l’ampilamento della sala per raddopiarne la capienza, o la prima assoluta di RITORNO IN APNEA di Anna Maria Selini che ha visto una replica straordinaria domenica mattina. Domenica mattina intensa anche a Locarno, per la replica di FAT FRONT.
Sabato 17 ottobre è stata la giornata più articolata e con maggior risposta nel pubblico presente anche in maniera significativa negli appuntamenti a Mendrisio con il progetto legato al Sahara Occidentale (FUCILI O MURALES: LA LOTTA NON VIOLENTA DEL POPOLO SAHARAWI; IL MURO: LA FERITA DEL SAHARA) e AMAZONIAN COSMOS, fra gli altri.
Pubblico numeroso e attento anche venerdì sera alla presentazione di ONE MORE JUMP a Locarno, alla presenza del protagonista del film Abdallah Inshasi; nella giornata inaugurale (IM FEUER e WELCOME TO CHECHNYA), e a Bellinzona per il Premio giornalistico Carla Agustoni, a cura di AMCA – Aiuto Medico al Centro America, e la successiva proiezione di BELLINGCAT, TRUTH IN A POST-TRUTH WORLD.
E ancora, andando in ordine cronologico, il seguito e atteso intervento di ISA DOLKUN, presidente del World Uyghur Congress (organizzazione che denuncia il genocidio in corso nello Xinjiang), occasione per riflettere, a partire dalla loro drammatica esperienza, sulle derive autoritarie, in crescente aumento in diverse parti del mondo. Incontro domenicale successivo a una delle proiezioni più seguite del festival, WE HAVE BOOTS.
Ha concluso il festival, un altro sold out, l’atteso I AM GRETA, presentato dalla direttrice del Film Festival di Zurigo, Sacha Bleuler e con il saluto dell’onorevole Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura, Sport ed Eventi della Città di Lugano.

Il “corpo”, involucro ed espressione delle nostre essenze, è stato il filo conduttore di questa edizione, il corpo che diventa simbolo e linea guida nei contenuti dei film proposti. Corpi imprigionati, i corpi in lotta, che fuggono dalle guerre e dalle dittature, i corpi fragili, corpi che non possono esprimere la propria sessualità, corpi del dissenso, i corpi imperfetti, i corpi malati.
A maggior ragione il Premio Diritti Umani per l’autore, in questo 2020 viene assegnato al regista statunitense, produttore, scrittore e attivista per i diritti della disabilità, Jason DaSilva (già vincitore di un Emmy Award per il suo documentario When I Walk) di cui al Festival è stato presentato il suo ultimo lavoro, WHEN WE WALK.
Jason DaSilva, inoltre, si è messo in evidenza per la creazione di un sito, un AXS Map (access map) pensata per i portatori di disabilità, una piattaforma accessibile sulle diverse tipologie di device (apple, android, web mobile) e quindi a tutti.
Il Premio Diritti Umani per l’autore era stato assegnato nel 2019 al regista Hassan Fazili, regista di Midnight Traveler, e nel 2018 a Markus Imhoof.

19/10/2020, 13:48