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Note di regia di "Ritorno al Crimine"


Note di regia di
Ebbene sì, l’ho fatto. Anche io finalmente ho girato un sequel di un mio film. Il perché sta nel grande divertimento con il quale il cast, la troupe ed io abbiamo affrontato questo progetto. Già in “Non ci resta che il crimine” mi ero sbizzarrito ad affrontare un film diverso dal mio percorso, prendendo strade per me atipiche e avventurandomi in un mondo di fantasia che mai avevo sondato in precedenza. Ho voluto quindi rilanciare, andando a scrivere insieme ad Aronadio, Bassi e Sannio una storia ancora più rocambolesca e fantasiosa. Sempre con la grande passione per la mescolanza dei generi, passando dalla commedia all’action-movie e giocando sui clichè dei viaggi nel tempo. Nel titolo del primo film omaggiavamo Benigni e Troisi e il loro “Non ci resta che piangere” mentre nel secondo abbiamo tributato un omaggio alla favolosa trilogia di “Ritorno al Futuro” proprio intitolando il film Ritorno al Crimine. Inoltre, mentre nel primo film raccontavamo a modo nostro le gesta della Banda della Magliana, in questo sequel siamo andati a scomodare la saga di Gomorra, eleggendo ad antagonisti della storia proprio i camorristi della periferia napoletana. E così il campo di battaglia si è esteso da Roma a Napoli ed ha avuto due epoche per svilupparsi: nel 1982 i protagonisti Gassmann, Giallini e Tognazzi sono impegnati nella difficile missione di uccidere un fantomatico camorrista chiamato O’Rattuso (Gianfranco Gallo), ai nostri giorni invece Edoardo Leo e Carlo Buccirosso sono impegnati ad affrontare una banda di gomorristi che li obbligano a rubare un ritratto di van Gogh per salvare la bella Lorella (Giulia Bevilacqua). Le storie si uniranno in un’unica missione che vedrà tutti i nostri protagonisti uniti per il raggiungimento dell’obiettivo finale: impossessarsi del tesoro della banda della Magliana. E così, ecco la musica degli anni ’80 ma anche quella dei neo-melodici partenopei, ecco gli inseguimenti e le sparatorie tipiche dei film “poliziotteschi” degli anni’70 e il gergo metropolitano quasi incomprensibile dei malviventi di Scampìa, ecco infine la scelta di utilizzare zoom decisi sui primi piani dei cattivi e split-screen che mantengono lo stile del primo film sancendo un punto di congiunzione anche formale con Non ci resta che il crimine.
La scelta del primo film era fotografare la realtà della Banda della Magliana in maniera torbida ma divertente, raccontandone la matrice segreta, i bar fumosi, le bische malfamate con i chiaroscuri dell’epoca. In questo sequel la fotografia di Fabio Zamarion esalta la maggior solarità della storia, alternando il racconto tra una Napoli vintage nel 1982, bellissima ma pericolosa e una Napoli contemporanea frivola e pericolosa. Dal legno al cemento in un passaggio di tempo divertente ma curato nei minimi dettagli. Abbiamo fatto un grande lavoro di ricostruzione d’epoca attraverso il lavoro della scenografa Sonya Peng e del costumista Alberto Moretti e abbiamo lavorato con un ritmo forsennato grazie al montaggio serrato e puntuale di Luciana Pandolfelli. Insomma, ho puntato sul ritmo e sulla comicità e il risultato è un film diverso dal primo che ha una parte di azione molto più presente e una parte comica ancora più accentuata rispetto all’anno scorso. Mescolando questi ingredienti è uscito fuori questo nuovo film che mi ha divertito e mi ha dato modo di tirare fuori la parte più comica degli attori. La colonna sonora di Maurizio Filardo parte dal film precedente per avventurarsi in veri e propri picchi comici come nel caso della canzone “Pesciolino” che scimmiotta le rime improbabili di alcuni neo-melodici napoletani.
I miei giocatori sono stati ancora una volta alcuni amici di sempre. A comandare la truppa c’è sempre il duo Giallini/Gassmann con cui ho girato davvero tanti film. Marco quest’anno aveva il ruolo delicato di affrontare anche una piccola storia d’amore nella Napoli dell’82 e il suo rapporto in scena con la giovane attrice Marianna di Maso è stato delicato e credibile. Poi sugli affondi comici tira fuori sempre un coniglio dal cilindro ed ha a tratti una comicità spontanea che a me diverte moltissimo. Gassmann tornava a fare lo sciocchino, ruolo che lo diverte molto, e anche lui aveva il compito duro di portare avanti un corteggiamento con la donna del boss, una Viviana Cangiano che è un vero portento di attrice. Alessandro ha la grande capacità di non avere pudore nella comicità e raggiunge picchi esilaranti. Ho poi costretto Gianmarco Tognazzi a indossare nuovamente la parrucca riccia degli anni ‘80 e lui mi ha ripagato regalandomi un momento nel film che amo particolarmente, quando il suo personaggio, Giuseppe, si ritrova faccia a faccia con Pablo Escobar in uno dei momenti più esilaranti della storia. Edoardo Leo, poi, era chiamato a fare il pesce fuor d’acqua. Lui è uno che quando lavora con me si diverte molto e abbiamo un rapporto tale che riusciamo sempre a tirare fuori la parte più comica dei personaggi. Quest’anno il suo Renatino smette di essere l’antagonista e diventa uno della nostra banda e devo dire che ho trovato anche lui straordinario. Il suo compagno di viaggio è Carlo Buccirosso, attore sorprendente e propositivo con cui ho lavorato per la prima volta e che ha apportato al film un tocco davvero speciale e raffinato. Per la prima volta ho anche lavorato con la bravissima e bellissima Giulia Bevilacqua, perfetta nella sua dark lady, e con l’icona italiana Loretta Goggi che ci ha regalato una versione straordinaria di Sabrina. Creativo e importante anche l’apporto degli attori che interpretavano gli antagonisti: Antonio Gargiulo, Marco Esposito e Antonio Grosso. Inoltre mi sono ritrovato con il mio vecchio amico Angelo Orlando con cui debuttai come attore nel film da lui diretto “Barbara” più di 20 anni fa. Certe amicizie non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano.
Anche per questo film continua il rapporto con la IIF di Fulvio e Federica Lucisano che continuano a credere in me e nelle mie idee, speriamo in futuro di sperimentare insieme altre strade per realizzare nuovi progetti.
 
Massimiliano Bruno