Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - "Punta Sacra"


L’ultima comunità dell’Idroscalo di Ostia nel documentario di Francesca Mazzoleni, in concorso ad Alice nella Città 2020. Prodotto da MOREL FILM in associazione con PATROCLO FILM


FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 -
"Punta Sacra" di Francesca Mazzoleni
Il 23 febbraio 2010 all’Idroscalo di Ostia secondo un’ordinanza dell’allora sindaco di Roma Gianni Alemmano vennero abbattute la maggior parte delle abitazioni abusive presenti sulla foce del Tevere. Oggi qui vivono circa 500 famiglie che “resistono” in degli alloggi fatiscenti, una comunità che abita una sorta di “non luogo” lontano dalle istituzioni e da un futuro migliore.

Francesca Mazzoleni racconta l’ultima borgata autocostruita di questo lembo di terra, "Punta Sacra" come viene chiamata dai suoi abitanti, dove il Tevere incontra il mare, e lascia parlare i diretti interessati: come Franca che tiene le redini della “sua borgata”, organizza feste e stima Pierpaolo Pasolini che proprio su quella spiaggia trovò la morte il 2 novembre del 1975. O come Don Fabio, pastore di una comunità di “brutti, sporchi e cattivi”, di “derelitti”, appellativi dispregiativi con i quali vengono spesso definiti; poi c'è Yuri Ramos Hidalgo rapper di origine cilena giunto all’Idroscalo a 10 anni che canta la sua rabbia e il suo forte senso di appartenenza a quel pezzo di terra fatto di rottami e desolazione ma anche di feste e celebrazioni continue.

La regista segue i protagonisti nella loro quotidianità, quella degli adolescenti, dei ragazzi, degli adulti, dei genitori che sognano i figli un giorno felici e lontani dall’Idroscalo, dalla precarietà, ma facendo ciò sacrifica la cronaca dello sgombero, le ragioni profonde, in parte raccontate da Don Fabio e Franca, limitando così la conoscenza dello spettatore che in questo modo per circa un’ora e mezza non riesce a immedesimarsi completamente nel dramma e nelle vite dei protagonisti di “Punta Sacra”.

Le suggestive immagini della spiaggia deturpata dai rifiuti lasciati dall’alta marea, dei bambini che giocano felici come nel posto più bello del mondo, del forte legame tra la gente mostrato dalla presenza silenziosa della regista insieme alle suggestive musiche di Teho Teardo e Lorenzo Tomio e alla fotografia di Emanuele Pasquet riescono però a restituire un po’ di bellezza e di poesia a questo “non luogo”.

22/10/2020, 14:05

Caterina Sabato