FRANCE ODEON 12 - Le infrastrutture italo-francesi
fanno squadra contro i giganti del web
Si è svolto a Firenze, nel quadro della XII edizione di
France Odeon, il festival di cinema francese, il simposio "
Italia - Francia e le infrastrutture europee della cultura". Dopo l’introduzione del presidente di France Odeon Enrico Castaldi e il direttore Francesco Ranieri Martinotti che hanno espresso la solidarietà e la vicinanza al popolo francese per i recenti attentati di Parigi e Nizza, l’ambasciatore Christian Masset ha ricordato che France Odeon è da sempre un grande momento culturale nei rapporti italo-francesi. Ed ha affermato che questo festival è un triplo atto di resistenza: nei confronti della pandemia, nei confronti dell’oscurantismo e del separatismo, nei confronti della rassegnazione di un’Europa schiacciata tra Cina e America.
Jean-Baptiste Viaud, direttore de LaCinetek (la piattaforma immaginata nel 2013 da 3 registi francesi, Pascale Ferran, Cédrique Klapiche e Laurent Cantet), ha spiegato che la piattaforma di cui è delegato generale è l’anti Netlfix per eccellenza. La formula de LaCinetek, che non sottostà alle regole degli algoritmi, consiste nel presentare ai propri abbonati film scelti da maestri del cinema mondiale che ne propongono la visione accompagnata dalla loro introduzione critica.
Altrettanto illuminante e significativo l’intervento di Jean-Claude Ghinozzi, amministratore delegato di Qwant. Si tratta di un motore di ricerca francese finanziato con risorse europee pubbliche e private, in particolari francesi e tedesche. Oltre ad essere aperto, non viola la privacy degli utenti e non ne usa i dati a fini commerciali, al contrario di Google, di cui è una versione “democratica”.
Perché Qwant diventi una concreta alternativa alla concorrenza occorre la volontà politica dell’Europa in sinergia con il mondo imprenditoriale. In Italia non si sono ancora sviluppate relazioni con possibili finanziatori ma ci sono stati contatti propositivi con la Cassa Depositi e Prestiti.
Sul fronte delle infrastrutture produttive, una proposta concreta per valorizzarne la ricchezza arriva da Luciano Sovena, presidente della Roma Lazio Film Commission. A partire da Cinecittà potrebbe essere creato un coordinamento tra i numerosi stabilimenti di posa europei, per censirne le caratteristiche in una logica di complementarietà non concorrenziale.
Per Carlo Alberto Pratesi, professore presso il dipartimento di economia aziendale dell’Università Roma Tre, non è la cultura che ha bisogno dell’economia, ma l’economia della cultura. In più è proprio dal confronto tra le diverse specificità professionali che scaturisce l’innovazione: il rinascimentale “effetto Medici”, esempio storico di una cultura produttrice di economia.
Più Europa partendo dalla Toscana: così Stefania Ippoliti, responsabile Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana, riassume il progetto per la valorizzazione dell’audiovisivo regionale, dove ogni provincia contribuisce con la propria tradizione manifatturiera a costruire un mosaico che racchiude tutti i mestieri del cinema.
Non di mestieri ma di talenti ha parlato il direttore di Villa Medici Sam Stourdzé, talenti che da 350 anni sono ospitati nella sontuosa sede dell’Accademia di Francia in Italia, a Roma, che può essere considerata una tra le prime “infrastrutture” culturali della storia.
Un cenno al possibile sviluppo di una rete di sale facenti capo agli istituti di cultura è stato fatto da Fanny Aubert Malaurie, Consigliere cinema presso l’Institut français, presentando quanto viene realizzato dall’Institut stesso, collegando 61 sale su 38 paesi nel mondo.
Entra nel cuore del tema del convegno Aurélie Filippetti, ex-ministra della Cultura francese e nuova direttrice di Villa Finaly a Firenze, ricordando come la volontà politica sia fondamentale per difendere il dna culturale europeo, senza mai abbassare la guardia. E cita come esempio il categorico rifiuto negli anni Novanta dell’allora direttore della Biblioteque de France alla proposta da parte di Google di digitalizzarne gratuitamente le collezioni. Altro aspetto da non sottovalutare rispetto al ruolo della rete in quanto infrastruttura per la diffusione di cultura, è per Filippetti il possesso dei diritti di diffusione sul web dei contenuti culturali, che necessitano una regolamentazione: chi ha il copyright digitale della Gioconda, possiede la Gioconda.
A trarre le conclusioni, dopo l’intervento di Roberto Carlini, direttore dell’Agenzia esecutiva Istruzione, Audiovisivi e Cultura, è Massimiliano Smeriglio, deputato europeo e Special rapporteur per il programma Europa Creativa, che invita tutti ad essere più coraggiosi e a cogliere le opportunità che la crisi pandemica comunque offre, modificando il modello di sviluppo e riprendendo in considerazione il ruolo determinante degli investimenti pubblici in cultura, che devono tornare ad essere integrati e non suscitare più stupore o indignazione.
31/10/2020, 16:09