FERRO - Ritratto privato di un artista pubblico
Dalle origini ai primi successi, dai momenti cruciali della sua vita personale (lo stop all'alcol, il coming out, il trasferimento a Los Angeles) fino alla grande esperienza di Sanremo 2020, da ospite d'onore che ogni sera era chiamato - alla vigilia dei suoi primi 40 anni - a interpretare i grandi successi immortali della musica italiano: c'è molto
Tiziano Ferro in "
Ferro", documentario di Beppe Tufarolo che omaggia uno dei più amati e seguiti cantanti contemporanei del nostro pop.
"Ferro" è un tributo al suo protagonista, inequivocabilmente complice della camera cui però si offre con grande sincerità, rivelando il suo passato da alcolista e mettendo sostanzialmente al centro del racconto proprio il suo percorso con la "bottiglia", l'importanza degli
Alcolisti Anonimi nel suo vivere quotidiano e la forza che da quella debolezza ha saputo trarre.
Molto velocemente si narrano i primi passi e i primi trionfi nella musica di Tiziano (curioso che il titolo del documentario sia solo il suo cognome, quasi a voler porre una distanza dall'oggetto della narrazione che nei fatti però non sussiste...), tanto si mostra la sua quotidianità a L.A. e la sua vita familiare (con il compagno e poi anche con le sue origini a Latina).
Quello che manca - ed è una scelta precisa, condivisibile o meno - è proprio la musica: qualche stralcio di ascolto, qualche bel ricordo (la panchina su cui nacque "
XDono"), qualche curiosità (il corso di italiano a Los Angeles in cui si impara con i suoi brani), e poi il lavoro sulle cover sanremesi.
Chi cercasse quindi un "best of" riassuntivo di una carriera importante potrà rimanere deluso, chi cerca invece qualcosa di più intimo e forse meno scontato, saprà trovarlo di interesse anche se non amasse la musica di "Ferro"...
05/11/2020, 12:32
Carlo Griseri