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Note di regia di "Regina"


Note di regia di
L’idea del film nasce dalla voglia di raccontare un conflitto generazionale giocato sul terreno della colpa e delle responsabilità di un padre incapace di prendersele e di una figlia che per questo si sente smarrita, priva di punti di riferimento. All’improvviso la protagonista vede qualcosa che non va in quell’uomo che le sembrava perfetto. Sono partito dal saggio di Massimo Recalcati, “Il compl esso di Telemaco”, nel quale l’autore affronta l’assenza e la scomparsa della figura di padre. Telemaco infatti lo attende per poter ristabilire in casa quella che Recalcati chiama “la legge della parola”, la capacità di svolgere una funzione educativa ver so i propri figli. L’arrivo di un padre maturo e pronto all’ascolto è un bisogno fondamentale per le generazioni dei figli di ogni tempo. Sin dai primi momenti nella fase di scrittura ho sentito l’opportunità di fare un film sincero e universale che potess e arrivare al cuore dello spettatore, raccontando una storia che oscillasse tra film di genere e romanzo di formazione in una Calabria insolita e personale. Il conflitto e la relazione tra Luigi e Regina, uniti da un rapporto simbiotico prima dell’evento t ragico, è l’aspetto che mi preme raccontare. Giorno dopo giorno, Regina si troverà a compiere un viaggio negli inferi del proprio io, per intravedere soltanto alla fine una piccola luce da seguire. Una luce dalla quale poter ripartire. Mai come oggi sento il bisogno di raccontare una figura come quella di Regina, capace di essere un simbolo forte ma al contempo fragile, positivo e giusto, con la voglia di salvare suo padre e salvarsi. Salvarsi dai mostri che popolano il proprio io, perché non c’è peggior ne mico di noi stessi. E non è un caso che un insegnamento così saggio arrivi proprio da una giovane. Staccarsi dal padre, ma senza lasciarlo dietro, aiutandolo ad essere un uomo. Un uomo migliore.

Alessandro Grande