SOTTODICIOTTO 21 - "Omaggiamo mio padre e la Linea"
Domenica 6 dicembre alle 18,30 il
Sottodiciotto Film Festival & Campus propone uno dei momenti più attesi e preziosi dell'edizione 2020,
l'omaggio a Osvaldo Cavandoli nel centenario della sua nascita.
A gestirlo sarà il figlio Sergio, che racconterà quello che è stato uno dei personaggi più noti e rappresentativi dell’animazione italiana del Novecento, in particolare grazie alla sua “Linea”.
Sergio, che ricordi ha della nascita del personaggio simbolo dell'arte di suo padre?
«Avevo 17 anni il giorno che rientrò a casa e mi raccontò con entusiasmo l'ultima idea che gli era venuta, quella di creare un personaggio nato solo da una linea, eliminando tutto il superfluo e lasciando solamente l'essenziale. A ciò si aggiunge la voce, così caratteristica: subito voleva farlo muto o farlo parlare con suoni musicali, poi incrociò l'attore Carlo Bonomi che regalò la voce perfetta».
E come avete convissuto negli anni?
«Spesso mi faceva vedere le storie che inventava e i vari film, voleva un mio parere. Ho anche iniziato a collaborare con lui, come semplice operatore: non potevo immaginare di fare l'animatore, nessuno aveva la sua personale “luccicanza”, era inimitabile. Nella vita ho poi fatto l'operatore in tv, oggi sono in pensione ma sono anche in qualche episodio della Linea: la mano che appare nei vari cartoni animati è quasi sempre quella di mio padre, ma a volte per velocizzare le cose, siccome ero presente, abbiamo usato la mia. La prima volta mi sono osato perché lui era arrivato tardi in studio, lui ha visto il risultato finale e ha deciso di non cambiarla!».
In Italia il ricordo di suo padre è legato alla pubblicità, mentre all'estero ha avuto enorme successo.
«Sì, per tanti ancora oggi è noto come “l'omino della Lagostina”: del resto è nato nel periodo d'oro di Carosello, proprio con l'obiettivo di essere venduto! Poi ha iniziato a vincere premi nei festival in giro per il mondo, dove è stato ed è ancora molto programmato e ha ancora successo. Da noi, siccome si è legato da subito a un marchio, per evitare pubblicità indiretta è stato un po' penalizzato nella sua vita oltre gli spot».
A rivederlo oggi, quel personaggio non appare invecchiato: come mai secondo lei?
«Vero, non sembra vecchio neanche a decenni di distanza: credo sia proprio per la mancanza dei particolari, non ci sono vestiti o qualche pettinatura che magari oggi potrebbe apparire datati. C'è una linea, e basta».
Cosa potremo vedere domenica?
«Ho scelto alcuni corti in modo da garantire la giusta varietà di argomenti, ma ho anche messo le cose per me più spiritose. A ciò si aggiunge qualche chicca, qualche suo corto degli esordi e un bel filmato, fatto nel 1990 per festeggiare i 70 anni di mio padre e i 20 della Linea, in cui lui è in scena e dialoga con il suo stesso personaggio».
04/12/2020, 18:56
Carlo Griseri