WEEKEND - Quella baita nel bosco...
Federico, Giulio, Michele e Roberto si conoscono sin da ragazzi ma dopo la maturità le loro vite hanno preso direzioni diverse. Si incontrano dopo tanto tempo a una mostra di pittura della madre di Alessandro, un loro amico morto in tragiche circostanze sette anni prima, bevono e si divertono ma la mattina seguente si svegliano frastornati nella baita di montagna di Alessandro dove nell’estate della sua morte trascorsero insieme un weekend. I quattro ragazzi sono ora isolati, al freddo, lontano da tutto e tutti, circondati dalla neve, senza cibo né cellulari e con solo delle “istruzioni” per salvarsi: svelare chi tra loro è il vero responsabile della morte di Alessandro.
In questa situazione estrema si instaura un gioco al massacro tra gli amici protagonisti: tra sospetti e accuse tutti hanno le loro colpe e dei potenziali moventi. Ma chi li tiene in ostaggio? E davvero la morte di Alessandro non è stato un suicidio? C’è tutto per tenere alta la tensione: una casa in mezzo a un bosco, una morte misteriosa, l’isolamento forzato, segreti seppelliti da anni.
I continui flashback dell’estate della tragedia mostrano il carattere, le aspirazioni e i sogni dei protagonisti e soprattutto il loro rapporto con Alessandro, un ragazzo pieno di vita, con grandi progetti ma anche tanti lati oscuri. Federico, Giulio, Michele e Roberto sono legati a lui da un rapporto di amore e odio perché l’amico è capace di grandi slanci ma anche di smascherare senza pietà le loro fragilità e meschinità.
Riccardo Grandi lavora di sottrazione attraverso una messa in scena asciutta ed essenziale, lasciando spazio alle interpretazioni sentite dei quattro amici sotto accusa, in particolare quelle di
Alessio Lapice e Eugenio Franceschini: uno più misurato, l’altro più incisivo. Estate e inverno si alternano rappresentando stagioni diverse della vita dei protagonisti, così come si alternano sentimenti contrastanti che a poco a poco vengono rivelati per dare alla fine un quadro completo e coerente della storia. I pochi semplici elementi si rivelano, così, gli “ingredienti” giusti per la buona riuscita di un mistery, un thriller psicologico che omaggia i classici del genere, da “So cosa hai fatto” a “Saw – L’enigmista” ma senza amputazioni.
18/12/2020, 07:54
Caterina Sabato