Note di regia di "ReImagine"
La regia non cede a virtuosismi tecnici e si concentra interamente sulla storia e sul carattere dei personaggi, che sono delineati con estrema cura e sono sempre al centro delle inquadrature. Ogni movimento di camera è pensato per non anticipare i movimenti corporei degli attori, ma per seguirli, per muoversi con essi. Le azioni che Paolo compie, sin dall’infanzia, sono finalizzate alla ricerca che compirà da adulto.
È necessario che lo spettatore ripercorra il cammino emotivo e professionale di Paolo, dagli studi fino alla supervisione di un’équipe di ricercatori. Per questo, nei momenti più intensi, la grammatica del cortometraggio procede per primi piani o campi stretti: l'attenzione è rivolta alle emozioni, e quindi all'intensità attoriale di Federico Ielapi e di Brenno Placido, di Rocío Muñoz Morales e Lorenzo Lavia.
Il rapporto madre-figlio è al centro dei primi minuti di ReImagine, e il legame tra i due è talmente forte da richiedere una regia più lenta, più ferma, diretta alla forza dell’istante più che alla narrazione. La crescita e l'istruzione di Paolo sono invece seguite con maggiore velocità e frenesia, le inquadrature sono meno numerose e più rapide, a sottolineare la velocità con cui Paolo traccia il suo percorso di studi fino alla direzione di un team di ricerca. Una volta raggiunti i risultati sperati, il ritmo può finalmente rallentare, per raccontare momenti più delicati e sereni.
Gianluca Mangiasciutti