Note di regia di "Passaggi"
PASSAGGI comincia con l’acqua. Perché proprio con l’acqua? Potrei arrampicarmi, cercare dialetticamente qualche forma di spiegazione, e ciascuna suonerebbe falsa e artefatta. Non lo so proprio, questo è quanto di più sincero io possa dire.
In PASSAGGI, storia di attraversamenti e di cambiamenti di stato, una donna ritorna dal passato per cosa? Per vendetta, cui talvolta la sua animalità ci indirizzerebbe? Per caso, cui il suo spaesamento iniziale farebbe credere? Per ri-trovare qualcuno o qualcosa, per riappropriarsene? E questo ritorno è un ritorno dove?
Forse, arrivata da un esilio, questa donna approda all’improvviso, magari portata proprio dall’acqua, in un luogo perso della coscienza: un posto segreto, intimo, dentro sé stessa. Sembra spaesata, eppure sa bene cosa fare.
Ecco, vorrei che tutto sembrasse come avvolto da una foschia chiara, una serenità remota, una strana transitorietà allucinatoria.
Passaggio allora da uno stato all’altro, attraversamento di sé; passaggi, dentro lo stato della propria coscienza. Dentro la propria mente.
Gianluca Colitta