SECURITY - La provincia ricca, torbida e colpevole
Forte dei Marmi, d’estate e d’inverno, con le sue ricchezze e i suoi personaggi che tendono a conservarle con attenzione, la noia di quei sei mesi senza turismo che porta a compiere azioni certamente non dettate dalla logica.
"
Security" è tratto dal romanzo di
Stephen Amidon, autore de Il Capitale Umano, ed esploratore della provincia ricca e dei suoi misteri. A portare sullo schermo questo racconto è il regista
Peter Chelsom con una produzione e un cast tutto italiano, da
Marco D’Amore a Maya Sansa, da Fabrizio Bentivoglio a Tommaso Ragno fino alle giovani Ludovica Martino e Beatrice Grannò.
Tutto quel che accade in città, in una sorta di casareccio Person of Interest, viene ripreso da quelle telecamere di sicurezza poste sui recinti delle ville e controllate da Roberto Santini (
Marco D’Amore) capo sella società di Security più importante della città; sua moglie Claudia (Maya Sansa) è candidata a Sindaco alle imminenti elezioni e non fa segreto delle sue idee conservatrici e giustizialiste, facendo leva sulle paure dei ricchi abitanti di fronte al male dell’immigrazione. Mostrati i personaggi, le storie si intrecciano come in un tranquillo paesone, dove tutti si conoscono e hanno rapporti lavorativi, d’amicizia e sessuali.
L’intreccio della storia, che comincia con il ritrovamento di una ragazza (
Beatrice Grannò) malmenata non si sa da chi, si infittisce e si stringe intorno al gruppo di personaggi creati per portare avanti la storia. Lo sviluppo rimane però in superficie, incapace di scendere in profondità e narrato attraverso piccoli escamotage e rimandi cinematografici che non riescono a creare quell’empatia in grado di farci appassionare alla storia e alle persone.
Forse solo il personaggio di Walter Spezi, accusato di essere l’aggressore, ha un suo percorso coinvolgente ma forse anche perché interpretato dal bravo e credibile
Tommaso Ragno.
Il diabolico professore e scrittore Stefano Tommasi, interpretato da
Silvio Muccino è invece quello più dettato dagli stereotipi, visto e sentito mille volte, vittima della sua stupidità mascherata da genialità, falso e di maniera.
Il resto scivola via tra omissioni e dimenticanze, video pirata virali che sconvolgono la situazione (basta con i video virali, vi prego…), dialoghi recitati a memoria e piccole violazioni al codice di procedura penale che però semplificano e aiutano ad arrivare al traguardo. Anche "
Security" sembra un’occasione mancata per far giungere sullo stesso piano la qualità artistica del film all’importanza produttiva ed economica delle operazioni audiovisive italiane. Tanti soldi a disposizione e poca attenzione nel metterle sullo schermo.
05/06/2021, 12:00
Natalia Giunti