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ANIMAPHIX 7 - Corpus Temporis di Giovanni Leto e le videoinstallazioni
di Boris Labbé e Gianluca Abbate


ANIMAPHIX 7 - Corpus Temporis di Giovanni Leto e le videoinstallazioni di Boris Labbé e Gianluca Abbate
Il Festival Animaphix, giunto alla sua settima edizione, si riconferma come spazio ideale per una narrazione di visioni contemporanee e martedì 27 luglio, alle ore 18.00 presso Villa Cattolica - Museo Guttuso (Corpo C), inaugura con Corpus Temporis, la mostra personale di Giovanni Leto, uno degli artisti più interessanti nel panorama artistico contemporaneo, che sin dal 1982 si è distinto per le proprie costruzioni “pittoriche” tridimensionali, caratterizzate dall’uso di pagine di giornale attorcigliate, come medium cartaceo, materia che narra un vissuto quotidiano, sospeso tra il tempo e l’eternità. Ed è proprio la rappresentazione di una temporalità, portatrice di cambiamento e nuova vita, fatta di fratture e discontinuità, il tema centrale della mostra: da Corpus Temporis, un’installazione di massi che fluttuano nel vuoto, alle tele realizzate da pagine di giornali e pigmenti, come Origine 2, Onda, Abissi, Cosmos, fino alle sculture cartacee che dominano lo spazio, come Onda nera, Scongelamenti, Ombelico. La mostra, a cura di Rosalba Colla e realizzata in collaborazione con l'Archivio Giovanni Leto, sarà visibile fino al 5 settembre 2021.

Il concetto del tempo e dell’eternità ritorna anche nella sezione Experimental in cui si presenta la videoinstallazione di Boris Labbé, un giovane talento francese che ha fatto della sperimentazione il suo tratto distintivo, aggiudicandosi numerosi premi internazionali. Tutti i suoi video, come parte del patrimonio cinematografico sperimentale, hanno l'emblema della palingenesi, concetto che fa appello sia al loop sia alla rigenerazione: ritorno ciclico degli stessi eventi, riapparizione regolare di personaggi ancestrali, ritorno perpetuo alla vita. Da Kiryelle (Francia 2011) dove i ritmi e i cicli che si ripetono hanno una qualità ipnotica che incoraggiano l’occhio dello spettatore a meravigliarsi giocosamente e a esplorare immagini diverse, a Ryzhome (2015) una combinazione di movimenti e metamorfosi perpetue, da Orogenesis (2016), un viaggio verso l’astrazione, come ipotesi su come possano essersi formate le montagne, a La Chute (2018), un lisergico viaggio verso l’Inferno, presentato alla 57ª Settimana della Critica a Cannes (2018).

Della stessa sezione fa parte anche la videoinstallazione di Gianluca Abbate, video artist italiano che si è meritato un’ampia pagina di riconoscimento internazionale con l’esposizione dei propri lavori in mostre d’arte contemporanea e musei in tutto il mondo, dimostrando come l’arte cinematografica possa fuoriuscire dai luoghi canonici ad essa predisposti. I suoi film sono stati proiettati al festival di Ann Arbor negli Stati Uniti, al MAXXI di Roma, MOMA - Museo di Arte Contemporanea di Mosca, Museo di Arte Moderna di Istanbul, MOCA Hiroshima (Museo di Arte Contemporanea di Hiroshima), Palais de Tokyo di Parigi e proiettati sul canale televisivo ARTE France. Tra i vari film saranno mostrati Panorama (2014), un carrello su una polis che si estende in uno spazio globale infinito, senza più luoghi disabitati e frontiere dove trovare riparo. Vince il premio per il migliore cortometraggio al 32° Torino Film Festival nel 2015, il Nastro d'Argento per il miglior film d'animazione nel 2016. Nel 2020 gli è stato assegnato l'Efebo d'Oro per i Nuovi Linguaggi dalla città di Palermo e il Goethe Film Award al Zebra Poetry Film Festival di Berlino. Sarà presentato, inoltre, Il lavoro cieco (2020), un'opera che si dipana una lunga e complessa riflessione, poetica musicale e visiva, sul significato del lavoro oggi, nel nostro mondo integralmente precario: da diritto a privilegio, da speranza di libertà a certezza di schiavitù.

20/07/2021, 10:08