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VENEZIA 78 - "Freikorperkultur" nella Sic@Sic


La regista Alba Zari ci guida alla riscoperta delle forme dei corpi umani e della loro istintiva armonia con gli elementi della natura.


VENEZIA 78 -
"Freikorperkultur" di Alba Zari
"Freikorperkultur", la parola che dà il nome al film si può tradurre dal tedesco con “cultura del corpo libero”, un concetto storicamente radicato e diffuso in Germania che rimanda a una visione della nudità come atto attraverso cui reimpossessarmi del proprio benessere, tutelare la salute e liberarsi dalle costrizioni imposte da società e cultura.

Le immagini di nudo di una famiglia in vacanza si uniscono e, talvolta, sostituiscono o sono sostituite dall’ondeggiare del mare e dalle altre espressioni della Terra. Scene serene, di vita pacifica, lontana dall’irrequietezza e vicina a un mondo naturale vigoroso ma accogliente. Allo stesso tempo, in un certo senso in opposizione con la purezza di quanto si vede, la voce narrante e la musica d’accompagnamento creano un’atmosfera più tenebrosa, quasi di sospetto o timore. La voce è quella profonda e vibrante di un uomo che parlando nel suo dialetto ripercorre confusi e vaghi momenti di vissuto, in una parabola di sentimenti screziati.

È un cortometraggio senza dubbio suggestivo. Privo di uno sviluppo narrativo, lavora piuttosto sul piano dei colori, suoni, forme, sensazioni. In pratica, facendo uso dei canali visivi e sonori, mette in scena una poesia. E come spesso accade in poesia, l’esatto significato non è manifesto in ogni sua sfaccettatura, e nel decifrarlo ognuno vi può scovare un valore personale e indipendente.

21/09/2021, 08:48