Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Mio Fratello, Mia Sorella"


Note di regia di
“Mio fratello, mia sorella” è un film che vuole coinvolgere lo spettatore. Desidera afferrarlo e portarlo nella storia, immergerlo in una famiglia, farlo sentire parte del racconto ed emozionarlo. Si potrebbe dire che il film tratta diversi argomenti: i rapporti familiari, la diversità, la disabilità, l’accettazione, l’attraversamento del dolore per giungere al perdono. Tutti i personaggi compiono un viaggio attraverso il perdono, verso sé stessi inizialmente per poi intraprenderlo verso gli altri membri della famiglia. L’accettazione del perdono è sicuramente differente da un personaggio all’altro, ma il concetto si presta molto all’essenza stessa del film che abbiamo creato, il sotto testo del racconto. Si potrebbe dire che il concetto del perdono sia la cornice della storia e la famiglia la tela del quadro. “Mio fratello, mia sorella” è anche un film di rapporti, di relazioni. Tra fratelli, genitori e figli, attraverso le generazioni e nel confronto tra esse. Il racconto per tematiche e accadimenti si presta a essere universale per lo spettatore, che può trovare dinamiche e sensazioni nelle quali riconoscersi o con le quali empatizzare. Importante nella storia e nel film è sicuramente il modo in cui si tratta la schizofrenia. La cura messa nel modo in cui è descritta la patologia psichiatrica è molto centrale nel racconto e nei conflitti che si creano tra i personaggi, ma il focus della storia rimane la famiglia e le relazioni all’interno di essa. “Mio fratello, mia sorella” si basa e si fonda molto sull’interpretazione dei suoi attori. Solo attraverso il loro lavoro, la loro capacità di essere quanto più veri e credibili che tutto diventa tangibile e profondo. Gli attori hanno preparato il film con grande professionalità, entusiasmo e dovizia dei particolari. Si sono avvalsi di esperti per ogni aspetto della loro interpretazione: psichiatri, musicisti e sportivi professionisti, per rendere al meglio le caratteristiche dei propri personaggi e affinare l’interpretazione che ne hanno dato. Il lavoro con gli attori è molto importante nel mio concetto di cinema. Il cast è stato scelto accuratamente secondo le qualità e le caratteristiche non solo tecniche, ma anche umane di ogni interprete, che ho potuto dirigere con libertà, ma anche con una reciproca e proficua condivisione di visioni, idee e proposte artistiche. A supporto di questa ricerca di credibilità e d’empatia con lo spettatore, hanno un ruolo fondamentale le musiche, la fotografia e la scenografia del film. Il loro compito è quello di supportare e aiutare nell’immersione nella storia. La musica è un aspetto molto importante e delicato all’interno del film. Non accompagna solamente il susseguirsi delle emozioni, ma ha un importante ruolo narrativo, legato al background dei personaggi principali, fondendosi spesso con le immagini in un simbolico abbraccio emotivo. Un altro accento doveroso all’interno del film va dato all’importanza della casa: la casa è il “movente”, il mezzo attraverso il quale il perdono si compie, un luogo dell’anima e della storia di una famiglia. Il film gode di momenti molto intimi, ma allo stesso tempo di grandi spazi, dinamismo e spettacolarità, come per le scene di kitesurf o quelle di footing o durante la partita di basket. Ogni scelta di inquadratura o movimento di camera, sia in interno che in esterno, cerca di avere un valore, una funzione narrativa oltre ad una godibilità visiva, con l’intenzione di dare la sensazione che vogliamo restituire a chi guarda il film, ovvero: intensità, respiro e senso di libertà.

Roberto Capucci