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Note di regia di "Let's kiss"


Note di regia di
Conosco Franco Grillini da piů̀ di 40 anni, da quando ventenni condividevamo in una piccola organizzazione della sinistra, la stessa passione e lo stesso impegno politico. Alcuni anni dopo me lo ritrovai tra i fondatori nazionali dell’Arcigay, io che nella stessa associazione, l’Arci, mi occupavo di cinema e come tanti allora - il pregiudizio era ovunque molto radicato - mi dissi: “Ma come? Non ci posso credere”. Negli anni abbiamo percorso strade parallele, seguendoci sempre a distanza con grande stima e interesse reciproco. Lui e le sue battaglie di libertà, io e il mio lavoro così tormentato di “giornalista-regista”. Franco è una persona colta, un oratore formidabile dotato di vero carisma, sa usare l’ironia e la provocazione, ha una memoria formidabile, ma soprattutto “è uno che ci crede”.
Il pretesto per il film è scattato poco prima del Natale 2018 quando il Comune di Bologna gli ha conferito il Nettuno d’Oro, massima riconoscenza per un proprio cittadino. È stato un fulmine: da tempo cercavo una storia, una vita che valesse la pena raccontare, emblematica e suggestiva sia sul piano sociale sia personale.
Così come quando realizzai il film su Pietro Ingrao “Non mi avete convinto”, una storia che parlasse anche di me, attraverso una persona da amare e con la quale costruire cinematograficamente quella vicinanza poetica senza la quale il bisogno e la voglia non mi vengono.
Gli scrissi due righe, queste:
“Caro Franco, eccomi qui di nuovo, non piů̀ a stupirmi ma a inorgoglirmi della tua storia, perché è anche un po’ la mia e quella della nostra generazione. A distanza di anni possiamo dire che molte delle nostre idee sono state sconfitte. Il mondo è cambiato e non nella direzione che noi volevamo, ma il mondo non ha cambiato noi che siamo rimasti quelli di allora, sempre a testa alta e con le stesse sacrosante speranze e illusioni. Questa in fondo è la vittoria piů̀ bella. Mi piacerebbe raccontare a modo mio la tua vita, nel modo che tu, che mi conosci, ben sai: il racconto per immagini, il cinema insomma”.
La risposta fu immediata: “Vediamoci subito, l’idea mi piace davvero, ma facciamo presto, non mi resta molto”. Franco di nome e di fatto. Ci siamo visti, siamo partiti senza regole, ci siamo chiusi in casa sua per alcuni giorni. Mi ha accompagnato mia moglie Donata, la mia sceneggiatrice preferita e bussola insostituibile nelle tempeste emotive.
Franco parlatore instancabile, gli aneddoti non si contano. Fotografo, un archivio personale e storico da non disperdere. Ho scritto la sceneggiatura con Donata. E’ “l’attore principale”, semplicemente interpreta se stesso. Non ci sono altre voci, la sua così accattivante con la melodica inflessione bolognese sembra una musica. Lo accompagna in questo recital la colonna sonora di Paolo Fresu, la sensibilitŕ delle sue musiche e della sua umanitŕ.
Franco da quel giorno non mi ha piů detto di avere fretta.

Filippo Vendemmiati