Note di regia di "Onde radicali"
E’ stato emozionante realizzare Onde radicali, con la complicità dei due co-autori, Marco Dell’Omo e Simonetta Dezi. Da ragazzo ho frequentato i radicali, vivi, coraggiosi e un po’ folli; la stessa “follia” che vedo in questa radio unica al mondo che tanto deve a Marco Pannella e a Massimo Bordin. Ho incontrato sulla mia strada dei magnifici testimoni, da Paolo Vigevano a Marco Taradash… ma sono anche le voci che arrivano dall’archivio della radio a giungermi moderne; oltre a quelle di Pannella e Bordin, la voce di Leonardo Sciascia, per esempio, coscienza critica di un’Italia bella e possibile. Onde radicali fin dall’inizio presentava una difficoltà: come conciliare con l’essenza del cinema, che è prima d’ogni cosa fatta di immagini in movimento, le tante voci di una radio? Prima di tutto ho dovuto scegliere, selezionare tra queste tante voci, che avrebbero meritato una serie tv di almeno dieci puntate; per poi accompagnare quelle voci stesse con le immagini giuste, pregnanti ma non invasive. Il repertorio visivo (della Rai, dell’Aamod, del Luce e della galassia radicale) è stato importante, ma se utilizzato in abbondanza avrebbe fagocitato i frammenti sonori scelti da me con i due co-autori. E allora, con il direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah, ho pensato bene di affidarmi ad alcune significative immagini di Roma (dove si svolge gran parte della vicenda di Radio Radicale) riprese dal drone; immagini che creano una distanza d’ascolto senza distrarre troppo lo spettatore dalle voci della radio. A queste immagini che accompagnano i suoni radiofonici, ho poi affiancato, con l’aiuto della montatrice Erika Manoni, altre voci, quelle degli intervistati che hanno vissuto fin dall’inizio l’evolversi di Radio Radicale: Pino e Claudia Pietrolucci, Paolo Vigevano, Toni Garrani, Valter Vecellio, Lorena D’Urso… E poi quelle delle figure politiche che provengono dal mondo radicale: Emma Bonino, Francesco Rutelli, Gianfranco Spadaccia, Lina Bernardini, Roberto Giachetti, Marco Taradash. Testimonianze ricche di vivacità, capaci di farci immergere nella storia avvincente della Radio. Una storia, è bene ricordarlo, che dura da ben 46 anni e che accompagna un sostanzioso percorso dell’Italia democratica. Sì, è stato emozionante percorrere questa narrazione fuori dalle strade consuete; è stato come attraversare una via secondaria solo in apparenza, oltre i luoghi comuni di un Paese che lo si vuole a tutti i costi stanco e arretrato. Radio Radicale ha fatto e fa ancora bene all’Italia e sono contento soprattutto di questo: essere entrato nei meandri di una realtà che, con ostinata passione e fuori dagli schemi, ha contribuito a far crescere la coscienza democratica degli italiani.
Gianfranco Pannone