FESTA DEL CINEMA DI ROMA 16 - "Il legionario"
Daniel è un poliziotto di origine africane del
Reparto Mobile di Roma e nasconde ai suoi colleghi il fatto che la madre e il fratello Patrick vivano proprio nel palazzo occupato dove anche è nato e cresciuto e che a giorni dovranno sgomberare, un palazzo in cui vivono 150 famiglie che non hanno nessuna intenzione di andare via resistendo da 16 anni alle minacce e alla paura.
Un film di finzione per raccontare con efficacia l’emergenza abitativa romana, sono infatti circa 92 gli insediamenti abusivi nella capitale, uno dei più famosi è quello in via
Santa Croce in Gerusalemme, nei pressi del quartiere di San Giovanni, dove è ambientato il film. Ne “Il legionario” il regista
Hleb Papou attraverso le vicende di due fratelli agli antipodi entra nel vivo di problematiche sempre attuali nella nostra società, un’Italia multiculturale ma che ancora deve fare molti passi avanti sull’integrazione e sull’accettazione della generazione di nuovi italiani, figli di immigrati ma nati e cresciuti in questo Paese.
Come Daniel (
Germano Gentile) e Patrick (
Maurizio Bousso) che si ritroveranno l’uno di fronte all’altro su barricate opposte: il primo tenta una vita “normale” adattandosi senza successo allo stile di vita dei suoi colleghi poliziotti, razzisti, violenti e fanatici, e con il pensiero sempre alla sua famiglia che cerca invano di convincere di lasciare il palazzo occupato. Per Patrick e la madre abbandonare la loro casa e tradire il resto degli occupanti diventati ormai una famiglia è fuori questione.
Il personaggio di Daniel rivendica il diritto di essere un celerino abbattendo gli stereotipi che vogliono che un ragazzo di origine africane non possa essere un servitore dello Stato ma si scontra con l’ottusità dei colleghi che ancora giudicano le persone dal colore della pelle e dalla provenienza, che lo hanno accettato nel loro nucleo ma continuano a guardarlo con diffidenza. La sua sembra una battaglia persa, da una parte c’è Patrick che lo accusa di essere un infame, dall’altra ci sono le logiche di alcuni elementi della polizia che lo fanno sentire un estraneo. Da che parte stare quindi in questo atavico scontro tra culture?
Il dramma esistenziale di Daniel, diviso tra due famiglie, quella di sangue e quella della polizia, rivela chiaramente le contraddizioni di un Paese “civile” dove è l’elemosiniere del Papa a togliere i sigilli dal contatore della luce del palazzo occupato (fatto realmente accaduto e riportato nel film) e dove una soluzione giusta sia per gli occupanti che per i proprietari dello stabile sembra impossibile da trovare.
La realtà del palazzo occupato di San Giovanni è raccontata anche nel recente documentario "
Spin Time, che fatica la democrazia!" di Sabina Guzzanti presente in una breve scena del film.
15/10/2021, 21:15
Caterina Sabato