FESTA DEL CINEMA DI ROMA 16 - "Rigoletto al Circo Massimo"
Un Rigoletto diverso, un esperimento d’ambientazione, scenografia e costumi che ricorda (ma ce lo ricordiamo in pochi) un certo teatro di ricerca più legato agli anni 80 che ai decenni precedenti, quando la cresciuta disponibilità economica e di spazi rendeva possibili ricche messe in scena per spettacoli spesso memorabili.
Damiano Michieletto, subito dopo il blocco del paese del 2020, è stato il primo a tornare dal vivo con uno spettacolo di qualità in uno spazio, il Circo Massimo di Roma, che sicuramente gli ha dato ispirazione. Il Duca, Rigoletto, Gilda, Sparafucile e tutti gli altri sono trasferiti proprio negli anni 80, nell’ampia zona parcheggio di un luna park di periferia, in un contesto di giostrai che nel loro piccolo ricostruiscono la struttura sociale e gerarchica dell’originale di
Giuseppe Verdi che a sua volta lo trae da
Victor Hugo, con il libretto di
Francesco Maria Piave.
Gli interpreti si muovono in uno spazio ampio ma scarno, un piazzale antistante la giostra occupato da automobili del tempo, e vengono seguiti dalle telecamere e riproposti sul maxi schermo che domina da dietro la scena per garantire i dettagli dei volti anche a distanza. I sottotitoli sostituiscono il libretto mentre le modernità vanno a sostituire i particolari cinquecenteschi. Quello che non serve attualizzare sono le emozioni che i grandi brani di Verdi riescono a trasmettere in un crescendo musicale che culmina con
La donna è Mobile e
Bella figlia dell’amore. Ma anche l’umana sorte dei personaggi, del potere che riesce a farla franca, della tragica fine dell’innocente Gilda sono messe in scena dalla versione diretta da Michieletto con grande efficacia, in una versione piacevole e fruibile non solo dagli esperti ma da un pubblico ampio almeno quanto il luogo della rappresentazione.
20/10/2021, 21:45
Stefano Amadio