Note di regia di "Imma Tataranni - Sostituto Procuratore 2"
Come fu nella prima stagione, Matera ha accolto Imma Tataranni con la sua generosità discreta e la sua incredibile fotogenia. L’atmosfera si è fatta più intima a causa del lock down, che aveva sottratto la risorsa più importante (e chiassosa) della città, il turismo. Le strade erano vuote. Praticamente c’eravamo solo noi. E le volpi, che la notte venivano a visitare il set. Tuttavia, questa condizione eccezionale e – ci auguriamo – irripetibile, ha inciso profondamente nella lavorazione. Matera e la Basilicata restituiscono nella seconda stagione di Imma un’immagine di sé ancor più autentica. La nostra troupe, in cambio, ha dato a Matera, nella primavera di quest’anno, qualche segno di vitalità e normalità. La nostra fiction, nuovamente, tiene in massima considerazione il rapporto con il territorio. Ne fa un personaggio inscindibile dal racconto. Come ben sappiamo, la Tataranni non sarebbe potuta nascere che in Basilicata. In lei si esprime lo spirito e la tradizione di una terra. E allo stesso tempo ne segnala lo slancio verso un futuro in cui il Sud, e la donna del Sud, si rivelano centrali nella vita sociale del Paese. Imma è l’alfiere di un sud che si muove, che si proietta in avanti. Questo passo, che noi abbiamo inteso rendere sonoro e potente, come i tacchi della nostra protagonista, non può che essere ispirato dall’energia che crea il desiderio di giustizia. Tradizione e visione del futuro. La combinazione di questi elementi, sul piano professionale (la capacità di primeggiare in un mondo maschile) come sul piano personale (l’infatuazione per un bel giovane vagamente consenziente), segnalano Imma per carattere, e ne fanno un personaggio rivoluzionario nell’Italia di oggi. O forse, soltanto, ne fotografa il cambiamento. Mentre il mondo si piega sui suoi drammi, si compiace delle proprie disgrazie, si mortifica in discussioni sterili, Imma agisce, anzi reagisce: si ingegna, si ribella al conformismo della lamentazione autoreferenziale. Perciò piace. L’affermazione di sé coincide con l’affermazione del valore della giustizia. Il suo imporsi a ogni costo si riscatta nell’attenzione che pone verso i deboli, gli offesi, gli sconfitti. Siano essi la vittima, siano i carnefici. Il bene e il male si incrociano e talvolta i confini si confondono. Imma è speciale anche per questo. Integerrima per carattere, incorruttibile per fama, non manca di indagare le ragioni dell’odio che porta alla morte. Imma sa che per giungere alla verità deve comprendere il male, sa che per identificare chi ha ucciso, deve prima scoprire il perché. Nello specifico del mio lavoro, ho osservato uno strano fenomeno che, una volta in montaggio, ho poi verificato avere prodotto un esito significativo sullo schermo: la grande fatica di lavorare in tempo di Covid, con tutte le criticità che lascio immaginare, oltre all’impegno gravoso di una lavorazione di 7 mesi di set, generavano negli attori, nel momento della ripresa, il bisogno di lasciarsi andare e divertirsi. Una volta dismessa la mascherina, i nostri interpreti erano finalmente proiettati in una dimensione tataranniana in cui l’ironia, la complicità brillante, potevano finalmente avere luogo di cittadinanza. Ne abbiamo tutti approfittato. In quei momenti ci siamo davvero goduti la nostra “vacanza” dal reale. Credo che questo abbia dilatato l’orizzonte della commedia. Oltre il copione, oltre la misura che avevamo calibrato nella prima stagione. E’ conseguenza dei tempi difficili che abbiamo attraversato, ma è anche il contributo di allegria e speranza che vogliamo dare alla rinascita. In ogni caso, come sempre, la prima (e unica) regola che ci siamo dati è stata: non prendersi mai troppo sul serio. Molto serio invece è stato l’impegno produttivo, che Rai Fiction e IBC Movie hanno voluto concedere a questa nostra seconda stagione. 34 settimane di riprese tra Matera e Roma, 200 attori parlanti, qualche migliaio di tamponi, tutti negativi grazie al cielo, e per merito della disciplina che la produzione e tutta la troupe ha deciso di imporsi. Con l’ambizione condivisa di realizzare, più che 8 puntate di serie, 8 film. Ciascuno con una propria storia, un cast, propri ambienti, stagioni e un’identità visiva specifica.
Francesco Amato