FOREING OFFICE - "La Pittrice e il Ladro"
C’è dell’autentica magia in questo documentario del regista norvegese
Benjamin Ree il quale, affascinato da sempre dai ladri di opere d’arte e incuriosito da una notizia letta sul giornale, riesce a seguire e filmare per tre anni un’insolita relazione: quella fra la pittrice
Barbora Kysilkova e il ladro di un suo dipinto,
Karl-Beertil Norland.
La storia inizia al Nobel Museum di Oslo dove i dipinti dell’artista vengono rubati, fortunatamente, grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza, vengono ripresi i due ladri che escono dal museo indisturbati, con i dipinti arrotolati sotto il braccio, scomparendo nella notte di Oslo. La polizia proprio grazie a queste immagini riesce ad arrestarli il giorno dopo, ma dei dipinti non c’è più nessuna traccia.
Il regista, qualche tempo, dopo trova curiosa una notizia letta sui giornali, ovvero che la pittrice alla ricerca delle sue opere, chiede di incontrare il ladro Karl tossicodipendente e alcolizzato, che ha finito di scontare la pena per il furto, perché vuole conoscerlo e cercare di capire che fine abbiano fatto i dipinti. Fin qui tutto normale, tranne un fatto insolito, cioè che al regista, viene l’idea di accompagnarla all’incontro filmando il tutto: quello che succede in seguito, da quel momento e per i tre anni a seguire, è frutto della evoluzione della storia fra Barbora e Karl ed ha veramente dell’incredibile.
Tutto quello che riesce a filmare, ovvero la relazione fra la pittrice ed il ladro è una storia particolare in continua evoluzione, di una intensità ed una potenza inaspettate. Per Barbora, Karl, fragile, debole, senza controllo ma profondamente vero nella sua sofferenza e insoddisfazione, diventa una sorta di fonte di ispirazione crescente soprattutto perché in lui riesce a percepire l’inadeguatezza di chi si sente un rifiuto della società, un animo ferito che rappresenta la parte sofferente dell’umanità grazie al quale l’artista riesce a leggere e poi a rappresentare nei suoi dipinti, il lato puramente estetico del dolore.
Barbora lo ritrae varie volte in quadri bellissimi, in cui evidenti sono i segni della tragedia di un uomo perduto ma non definitivamente vinto. Incredibile come l’intuizione geniale di Benjamin Ree di riprendere i loro incontri, si sia sviluppata inaspettatamente in modo così avvincente, lasciando lo spettatore coinvolto dallo svolgimento del racconto dall’inizio alla fine.
Il documentario è stato premiato al
Sundance Film Festival 2020 per lo storytelling creativo e al London Film Festival 2020 come Miglior Film Documentario, prodotto da Ingvil Giske presentato in anteprima italiana al Festival Le Voci dell'Inchiesta di Pordenone, è in arrivo nelle sale italiane il 2, 3, 4 novembre, distribuito da Wanted Cinema.
02/11/2021, 09:30
Silvia Amadio