FRONTDOC 10 - Ventiquattro film in concorso
dal 4 al 12 novembre ad Aosta
Le frontiere sono un luogo al limite estremo. Proprio lì, nelle zone più periferiche e meno controllate, ai confini di Paesi in guerra o di società in corsa, si trovano donne che ogni giorno lottano per un cambiamento.
FRONTDOC, la rassegna del cinema di frontiera, giunta quest’anno alla sua decima edizione, torna dal 4 al 6 e dal 9 al 12 novembre alla Cittadella della gioventù di Aosta per raccontare le storie di chi vive al margine con un’edizione che vede protagoniste tante piccole e grandi eroine dei nostri giorni. Dei 24 film in Concorso – tra i quali 16 anteprime italiane - provenienti da 16 Paesi diversi, molte raccontano uno spaccato finito spesso nell’oblio, narrano quelle aree di confine, alla frontiera di ogni concezione del mondo e della vita umana, nel quale le donne si ritagliano a fatica e quotidianamente un ruolo da protagoniste.
Come una finestra spalancata sul mondo di oggi, la decima edizione sarà un giro del mondo circolare, attraverso luoghi e contesti sociali altri, percorrendo la varietà e l'originalità del cinema del reale. Il cuore della manifestazione è il Concorso Internazionale, che quest’anno trova una selezione particolarmente ricca di documentari che raccontano un universo femminile impolverato ma poliedrico, fatto di coraggio e rassegnazione, di sguardi vacui e di atti immensi che ne riempiono il vuoto. Dai temi di scottante attualità e di interesse collettivo come le lotte gender, la perdurante condizione di sottomissione vittima di tradizioni secolari, le fragilità umane fatte ci incapacità relazionali, fino alle grandi battaglie sociali e umanitarie, passando per l’incoscienza fanciullesca e la presa di coscienza di uno stato degenerativo.
È un teatro di guerra, quello delle Yemen, che fa da cornice alla missione di due donne, la Dott.ssa Aida Alsadeeq e l’infermiera Mekkia Mahdi, che lavorano nei reparti specializzati di due grandi ospedali e lottano per salvare i bambini malnutriti, raccontata da “Hunger Ward”, candidato all’Oscar per il miglior corto documentario. Sarah e Katia, protagoniste insieme a Nelson di “Confinés Dehors” (Premio del Pubblico al festival di Clermont-Ferrant), sono “fantasmi urbani” che durante il lockdown in Francia non hanno altra scelta che essere “rinchiusi” fuori e ci buttano in faccia la realtà di chi è stato quasi dimenticato dalla crisi sanitaria. Ha 14 anni e presto, con il consenso del padre di 35 anni, si sposerà. È la protagonista di “The Doll”, il film della giovanissima regista iraniana Elahe Esmaili, un ritratto complesso e sfumato di una famiglia in bilico tra tradizione e modernità, composta da individui con prospettive e valori diversi. Rayen protesta per la giustizia sociale in Cile, Pepper combatte a favore della democrazia a Hong Kong e Hilda lotta contro le conseguenze devastanti del cambiamento climatico in Uganda. “Dear Future Children” disegna il profilo di tre ragazze decise a far valere le proprie ragioni, una nuova generazione che lotta per cambiare la politica mondiale. “Les Prières De Delphine” è Il coinvolgente ritratto di Delphine, una giovane donna camerunense. Oppressa dalla società patriarcale in cui è cresciuta finisce, come molte ragazze della sua generazione, gettata in pasto alla colonizzazione sessuale occidentale. Con il suo coraggio e la sua forza, Delphine descrive i modelli di dominio che continuano a soggiogare le donne africane, dando voce alla loro sofferenza. Il Brasile e la storia del femminismo nel Paese fanno da cornice a “Limiar”, il racconto della transizione di genere di un ragazzo attraverso gli occhi della madre, tra conflitti, certezze e incertezze che lo pervadono in una profonda ricerca della sua identità. Fragilità e umanità nella storia di una donna che porta con sé un grande dolore. Ogni giorno Adriana, protagonista di “Come il bianco” dipinge i vulcani, esplora i crateri per svelare il mistero che nascondono. Dietro la sua passione si nasconde un grande dolore che cerca così di controllare. A volte le donne sono capaci di grandi amori, amori che non vedono confini. Come quello attraversato dalle immagini animate di “Just a Guy”: tre donne raccontano la loro relazione con Richard Ramirez, celebre serial killer degli anni ’80 conosciuto durante i suoi anni di prigionia.
Il mondo femminile è al centro non solo delle proiezioni ma anche degli appuntamenti che le accompagnano durante i sette giorni di Festival.
Sabato 6 novembre sul palco di
FrontDoc salirà una donna di primo piano del panorama cinematografico nazionale: doppio appuntamento con Sabina Guzzanti (dalle ore 18:00) che presenterà il suo romanzo “2119. La disfatta dei Sapiens” e il film “Spin Time - Che fatica la democrazia!”, un documentario incentrato su un edificio, sito in via Santa Croce in Gerusalemme, vicino il quartiere San Giovanni di Roma, noto come "Spin Time", e occupato da 400 inquilini, famiglie in miseria.
“La Frontiera è donna” è il titolo dell’appuntamento in programma mercoledì 10 novembre (20:30, Teatro della Cittadella), in collaborazione con l’Associazione NonUnaDiMeno – Vda. La scrittrice, fotografa e regista Marilena Delli Umuhoza, nata in Italia da padre bergamasco e madre rwandese, ha esordito nella narrativa con il memoir “Razzismo all’Italiana” (2016). Nei suoi libri ha dato voce al problema del razzismo attraverso la sua esperienza di “nata, cresciuta, insultata in Italia”. In collegamento on line, racconterà la sua esperienza in Italia tra retaggi culturali e nuove generazioni.
03/11/2021, 16:18