FINO AD ESSERE FELICI - La vita segreta di un padre
Andrea Terranova ha quarant’anni, è consulente del lavoro in uno studio associato, ha un figlio adolescente con Lucia e vive apparentemente una vita ordinaria. Una volta a settimana, infatti, Andrea diventa Octavia Meraviglia, la drag queen più famosa delle notti napoletane. Tra lustrini, paillettes e sui tacchi a spillo l’uomo si sente davvero vivo e felice e durante i suoi spettacoli smette di pensare al suo matrimonio agli sgoccioli, al mutuo, alla moglie che ama ma che ormai è sempre più distante da lui, spenta e frustrata da un lavoro che non la gratifica. Una sera Lucia partecipa a un addio al nubilato e riconosce nella drag queen che anima la serata proprio suo marito Andrea, una scoperta sconvolgente che metterà a dura prova il loro rapporto e l’equilibrio già precario della loro famiglia.
Il primo lungometraggio di
Paolo Cipolletta esplora con delicatezza un tema poco trattato nel cinema italiano che vede un uomo eterosessuale diventare una drag queen per passione, perché una parte di sé ha bisogno di far emergere quella femminilità, quel modo ironico e “colorato” di vivere la vita.
Francesco Di Leva nel ruolo di Andrea/Octavia restituisce con naturalezza e intensità la normalità di una vita che non è ancora “socialmente accettata”: la moglie chiede il divorzio e minaccia di non fargli più vedere l’adorato figlio Tommaso, l’unico scevro da pregiudizi, che non giudica il padre, anzi è incuriosito dal suo mondo e tenta di capire le sue ragioni, cosa che gli adulti si rifiutano di fare.
È uno dei punti di forza di "
Fino ad essere felici" che mostra come l’amore vero vada oltre le apparenze e i giudizi affrettati: al figlio basta l’amore dei genitori per essere felice, “anche se siete separati rimanete interi”, ripete il bambino. Un altro tema è proprio il senso di colpa dei genitori nell’inseguire i propri desideri e bisogni anche a costo di fare del male ai propri figli: “Non sono un paio di zizze e una parrucca, è la mia felicità”, confessa Andrea a Lucia la quale, al contrario suo, non ha mai pensato veramente a sé stessa.
Un ottimo cast come il già citato Di Leva e
Gianfranco Gallo nei panni di un violento gigolò per un film che pur nelle buone intenzioni stenta a superare una messa in scena “televisiva”, con alcune sequenze ridondanti e stucchevoli che appiattiscono una storia interessante e inedita.
22/11/2021, 15:47
Caterina Sabato