Note di regia de "Il Legionario"
L'idea de Il legionario nasce da un'esigenza molto forte: raccontare l’Italia multiculturale di oggi e la generazione dei nuovi italiani, figli di immigrati ma nati e cresciuti in questo Paese. Il mio obiettivo insieme a quello del film è di esplorare questa tematica attraverso una duplice chiave di lettura: con due protagonisti, due fratelli totalmente diversi, entrambi italiani di seconda generazione di origine africana. Da un lato Daniel, un poliziotto del I Reparto mobile di Roma, dall'altro suo fratello, un occupante che lotta per il diritto di avere un tetto sopra la testa. L’idea nasce da un’immagine, che mi era venuta in mente nel 2014, ovvero di un poliziotto di pelle nera in uno dei reparti più̀ duri della Polizia, un ragazzo che in uno Stato democratico rivendica il diritto di poter essere un celerino, contro tutti gli stereotipi. Partendo da quest'immagine il film si evolve raccontando un'ulteriore storia: quella dell'ormai atavica questione dell’emergenza abitativa romana, poco conosciuta e allo stesso tempo molto controversa. Il legionario è un film di genere drammatico e d'azione, che vuole raccontare le ferite aperte della nuova Italia, attraverso una chiave d'intrattenimento e riflessione. Non mi interessa il Belpaese da cartolina ma neanche l’Italia della criminalità̀, che sono già̀stati ampiamente narrati. Quella che vorrei raccontare è un’Italia ricca di contraddizioni, dove sono nati più̀di 800 mila figli di immigrati che rappresentano un nuovo capitolo di questo Paese. Capitolo che parla di autodeterminazione e rivendicazione dei propri diritti. Molto spesso si parla dell'immigrazione con toni tristi e cupi, a volte addirittura violenti, ma in pochissimi casi se ne parla con l'urgenza di capirne veramente la reale complessità̀. Il mio film si pone l'obiettivo di farlo.
Hleb Papou