Note di regia di "The Last Rave"
Attraverso l’utilizzo di interviste, materiale d’archivio e riprese inedite che mostrano alcuni rave party contemporanei, si narra di come il movimento rave, e quello punk prima di questo, rappresenti uno stravolgimento, un rifiuto dei codici di comportamento della società di massa. Utilizzando l'argomento "rave" come McGuffin per poter parlare dei cambiamenti avvenuti nella nostra società, il film si presenta con una struttura concentrica, passando dal particolare al generale, dai fenomeni appartenenti al microcosmo rave fino alle profonde mutazioni della società durante gli ultimi trent'anni, sotto diversi aspetti. Si affrontano, infatti, diverse tematiche come: il passaggio dall'analogico al digitale, l'affermazione della musica elettronica, la riappropriazione di spazi vuoti ed abbandonati dal capitalismo, il concetto di proprietà privata, prospettive di vita non gerarchica, relazioni libere e rapporti interpersonali orizzontali, antiproibizionismo, psico-nautica e stati alterati di coscienza. Nonostante la scena rave sia ancora viva, con rave illegali organizzati ancora quasi settimanalmente in diversi paesi d'Europa, nonostante i sound system auto-organizzati proliferino e si rigenerino continuamente, dopo la prima stagione, nei rave è cambiato qualcosa. Non si è più affermata quella spinta creativa capace di creare nuove sonorità, nuovi generi musicali, cristallizzando quelli nati in seno a questi ambienti in una sorta di musica d'epoca . È venuta a mancare quella spinta insurrezionale e antisistemica che aveva caratterizzato i suoi esordi, conferendo a questi eventi una dimensione politica molto importante. Sono cambiate le istanze della nostra società, e quindi anche il rave, un fenomeno illegale underground, viene assorbito dalla globalizzazione economica e sociale, senza più riuscire a catalizzare unire e far sognare migliaia di persone. Eppure, i rave non sono mai finiti, sono vivi e vegeti ma rappresentano qualcosa di completamente diverso.
Alessandro Ruggeri